Digital detox: come disconnettersi per ritrovare se stessi

Digital detox: come disconnettersi per ritrovare se stessi

Se il bombardamento delle news e le distrazioni digitali stanno incidendo sulla vostra forma mentale, potrebbe essere il momento giusto per una vacanza senza cellulare. Alice Robb spiega come.
Sfuggire ai dispositivi elettronici è facile alla baita Arwen a Llangollen, in Galles, proposta dall’agenzia Unplugged. Foto di Teekay
Sfuggire ai dispositivi elettronici è facile alla baita Arwen a Llangollen, in Galles, proposta dall’agenzia Unplugged. Foto di Teekay

L’autrice di Mangia, Prega, Ama Elizabeth Gilbert si sarebbe forse innamorata allo stesso modo della pizza napoletana se fosse stata impegnata a fotografarla per postarla su Instagram? E cosa sarebbe successo se Steinbeck avesse viaggiato, oltre che con Charley, anche con Waze? Oggi i dispositivi elettronici – smartphone, computer portatili e tablet, per non parlare di fitness tracker e smartwatch – sono onnipresenti, il che rende praticamente impossibile disconnettersi veramente.

«Una volta si faceva la distinzione tra casa e fuori casa», spiega Trine Syvertsen, che nel suo libro del 2020 Digital Detox: The Politics of Disconnecting analizza come questo confine sia ormai scomparso. Oggi, aggiunge Syvertsen, «la gente fa di tutto per imporsi un limite nell’uso dei dispositivi», come per esempio disattivare le notifiche o impostare la modalità aereo anche quando non è in volo. La dimostrazione di questo interesse è data dalla presenza su Reddit di forum quali r/nosurf e r/PhonesAreBad, in cui gli utenti discutono sui modi più efficaci di staccare la spina mentre si è in vacanza.

Ritiri tech-free dove la vacanza è senza smartphone

Ora i viaggiatori possono scegliere tra un numero sempre più ampio di viaggi volutamente tech-free. Per esempio Logout Livenow, agenzia di viaggi con sede a Sassari, organizza ritiri da uno a cinque giorni in Sardegna durante i quali gli ospiti chiudono sotto chiave i cellulari per dedicarsi all’escursionismo, al kayak e allo yoga, ristabilendo il contatto con se stessi. Gavino Puggioni, uno dei fondatori, dice che all’arrivo gli ospiti sono visibilmente ansiosi quando consegnano i telefoni, e spesso continuano a toccarsi d’istinto le tasche vuote. Ma alla fine si dimenticano del cellulare e iniziano a chiacchierare tra loro, come racconta Mauro Luzzu, ingegnere informatico che vive a Graz, in Austria, e ha partecipato di recente a uno di questi ritiri. «Invece di tre giorni, ci è sembrato di averne sette», ricorda. «Il tempo si è davvero dilatato».

Le baite minimaliste del catalogo Unplugged privilegiano la vita all’aria aperta. Foto di Adam Firman/Unplugged

La nuova frontiera del relax

Tara Cappel, fondatrice dell’agenzia FTLO Travel, ha notato qualcosa di simile. Dopo aver introdotto con successo la regola del divieto di usare il telefono a cena in alcuni tour di gruppo della sua agenzia, ha lanciato una serie di ‘viaggi senza telefono’ in destinazioni quali Costa Rica, Cuba, Islanda e Portogallo (le macchine fotografiche digitali, invece, sono ancora ammesse). «Senza la distrazione del cellulare», spiega Cappel, «si vive un’esperienza di viaggio molto più intensa perché ci si lascia assorbire totalmente». Anche i marchi del settore alberghiero stanno adottando questa tendenza. Eremito, immerso tra le colline umbre, non ha il wi-fi, ma offre piscina riscaldata, lezioni di yoga e pasti vegetariani a lume di candela. Hotel di lusso con spa come il Rancho La Puerta nella Baja California, Messico, e Miraval Resorts, che ha tre resort negli Stati Uniti, scoraggiano l’uso di telefoni e computer portatili nelle aree comuni.

Le baite sono dotate di fotocamera analogica e cassetta con lucchetto per i telefoni.

Il valore della disconnessione

Nel Regno Unito Unplugged dispone ora di una rete di 19 baite tech-free a un’ora o due da Londra o Manchester. Hector Hughes, uno dei fondatori, spiega che le loro sistemazioni riscuotono grande successo in particolare tra le coppie. «Persone che avevano una relazione da dieci anni senza aver mai trascorso un giorno insieme senza telefoni», sottolinea. Negli Stati Uniti l’agenzia Getaway offre un approccio simile, con centinaia di piccoli rifugi a breve distanza in auto dalle principali aree metropolitane.

Molti esperti sottolineano la necessità di evitare le mezze misure. «I ritiri più efficaci sono quelli in cui si è completamente disconnessi», spiega Melissa Huey, studiosa di scienze comportamentali. È una lezione che ho imparato a mie spese durante un ritiro di scrittura di due settimane nei boschi della Georgia. Con la connessione wi-fi limitata a un unico punto del campus, finivo per pensare sempre a quando sarei riuscita a controllare i miei messaggi, invece di godermi l’opportunità di scollegarmi completamente. «È una forma di dipendenza», riconosce Huey. Per la fotografa Elena Bazu, che vive a Londra, un weekend da sola in una baita Unplugged ha avuto decisamente un maggiore successo. «Il primo giorno è stato terribile», ammette, «ma il secondo giorno stavo bene». Da allora si è impegnata a fare ogni settimana una passeggiata senza telefono. «Mi sento molto meglio, mentalmente e fisicamente, quando non lo controllo in continuazione».

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