Su Gologone, l’arte dell’ospitalità sarda

Su Gologone, l’arte dell’ospitalità sarda

Un viaggio che rivela il fascino senza tempo della Barbagia, con i suoi villaggi nuragici, i sapori della terra e le persone che ne custodiscono l’anima.
Su Gologone
Su Gologone, suite le rose

In Sardegna esistono luoghi in cui il tempo sembra rallentare, se non addirittura fermarsi, come la Barbagia, cuore di una delle famose Blue Zone dove si registra la più alta percentuale di centenari a livello globale. Ma qual è il segreto della longevità? La chiave sta nelle buone abitudini che scandiscono la quotidianità: un’alimentazione equilibrata, un contatto costante con la natura e la distanza dallo stress e dal caos della giungla metropolitana.

Al di là dei numeri, ciò che mi ha colpito davvero è stato il senso di accoglienza di un popolo profondamente legato alla propria terra e al patrimonio che custodisce. Me ne sono resa conto subito grazie a Gianpaolo, l’autista che mi è venuto a prendere all’aeroporto di Olbia. Durante il tragitto mi ha svelato diverse curiosità e peculiarità sulla Barbagia: una realtà dolce e aspra al tempo stesso dove tradizioni autentiche si tramandano con orgoglio. Mentre chiacchieriamo, sullo sfondo il Supramonte — le cosiddette ‘Dolomiti sarde’ (in realtà sono molto più datate) — si staglia maestoso, offrendo un intreccio di colori intensi e mutevoli che si rincorrono tra l’azzurro del cielo, il bianco della roccia e il verde della vegetazione.

Nel giro di un’ora o poco più, sono arrivata a destinazione: Su Gologone. Più che un albergo è un microcosmo che rende omaggio alla Sardegna, in tutte le sue sfumature. Ad accogliermi Giovanna Palimodde, che oggi gestisce l’eredita familiare affiancata dalla figlia Camilla e dalla madre Pasqua Salis, testimone della nascita di questo luogo. Tutto ebbe inizio negli anni ’60 quando Giuseppe “Peppeddu” Palimodde, imprenditore visionario noto per la produzione di gazzose e della celebre spuma, decise di aprire accanto alla sorgente di Su Gologone un punto di ristoro proponendo piatti semplici e genuini, preparati con ingredienti provenienti dai paesi limitrofi.

Bar Tablao

Successivamente, a causa dell’irruenza dell’acqua della fonte e della voglia di espandersi, il locale venne spostato circa 500 metri più in là rispetto la posizione originale divenendo una struttura ricettiva. Da allora le otto camere sono diventate settanta, ciascuna con una propria anima che riflette l’identità di chi ogni giorno se ne prende cura guardando al futuro con spirito innovativo e imprenditoriale senza perdere di vista le radici.

Su Gologone: il fascino della tradizione

Stanze di grande charme sono impreziosite da arredi in legno intagliati da ebanisti locali come quelli dell’Art Studio Villa, il vecchio laboratorio creativo di Giovanna oggi trasformato in uno spazio esclusivo con ampio giardino e piscina privata. Un luogo ispirazionale dove gli ospiti possono liberare il proprio estro creativo impugnando pennelli e tele per creare opere d’arte. O l’Experience Suite, con una vasca e un letto en plein air in cui rilassarsi godendo di una vista diretta sull’orto che, al calar della sera, si trasforma in un incantevole scenario per cene all’aperto, tra tavoli di ginepro, sedie colorate e runner di lino.

Experience Suite

Ogni piatto racconta i profumi della terra, dall’intenso aroma delle erbe selvatiche alla dolcezza delle verdure di stagione, tutte protagoniste di un menu completamente vegetariano. «Qui sei più a contatto con la natura. La natura ti nutre», mi ha detto Giovanna durante la nostra passeggiata che mi ha condotto fino al Nido del Pane, dove l’olfatto è stato sedotto dal profumo di cocconeddas prenas con patate ed erbette e il famoso pane guttiau, tutto fatto rigorosamente a mano.

Eredità isolana

Durante la preparazione, il mio sguardo è caduto su un dettaglio: una pavoncella, emblema del folklore isolano, simbolo di fertilità e benessere che, come mi ha raccontato Franca — una signora in abiti tipici — è presente su molti mobili e manufatti in legno. L’abbigliamento locale (ha fatto da musa a molti stilisti) torna protagonista in una mostra allestita in loco, articolata su tre piani, ognuno dedicato a un capo diverso. I capi esposti sono stati recuperati da Giovanna durante i suoi viaggi tra antiquari, mercatini e collezionisti privati in tutto il mondo. «Riporto a Su Gologone tutto ciò che è sardo», mi ha confidato.

Sa Casadina, un piatto a base di formaggio fresco (non salato) e menta

Guardandosi intorno, si è avvolti da una tavolozza dai colori accesi: si passa dal rosa delle acquasantiere all’arancione brillante del Terrazzo della Fortuna — trasformato in un cinema en plein air — fino alle sfumature di rosso che caratterizzano il Gazebo Disigios. È proprio qui che ho consumato quello che doveva essere un semplice light lunch con vista sulla piscina.

Gazebo Disigios

Ma non ho saputo resistere alla proposta di Graziella e ho ordinato un piatto di orecchiette alle erbe dell’orto, condito da una lunga conversazione: chiacchiere sul territorio, sugli usi e costumi locali e, naturalmente, sul meteo, imprevedibile in questo periodo dell’anno. «Aprile ha mortu sa mama a frittu» — letteralmente significa Aprile ha ucciso la madre di freddo — mi ha detto ridendo, citando un proverbio sardo che ben riassume la variabilità del periodo primaverile.

Coccole per l’anima e il palato

Terminato il pasto, accompagnata da Simona — una delle addette alla reception —, sono andata a curiosare tra i diversi spazi di questa articolata realtà che permette tanto di rilassarsi, quanto di tenersi in moto approfittando della piccola palestra con vista panoramica e della spa, dotata di due cabine per massaggi, dove sperimentare i benefici delle erbe autoctone. Come il timo, conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie o il mirto, un vero toccasana per la pelle grassa e ancora l’elicrisio, indicato per trattare eczemi e dermatiti.

Piscina

Ho concluso la giornata in bellezza, cenando nella Sala del camino. Su consiglio del personale che non mi ha mai fatto sentire sola, ho scelto degli antipasti dell’orto, seguiti da un piatto di melanzane alla ricotta. A fine pasto, mi sono lasciata avvolgere dal comfort del letto esterno, cullata dai suoni della natura, per poi rientrare in camera e cadere finalmente tra le braccia di Morfeo.

Shopping d’autore

A Su Gologone non si viene solo per pernottare ma per immergersi nel calore dell’ospitalità sarda e nel fascino di un luogo che trasuda tradizione e creatività, ravvivato dal gusto e dall’animo poliedrico della padrona di casa, collezionista e pittrice, la cui presenza è discreta ma al tempo stesso eloquente. Il suo tocco magico si percepisce in ogni spazio: dalle stanze in resina bianca fino alle Botteghe d’Arte che, ricavate nelle antiche scuderie, mettono in mostra le sue creazioni. Come i piatti decorati con motivi floreali ispirati al Su Mucadore, il tradizionale scialle sardo o le tazzine che raffigurano una gallina, animale simbolo di buon auspicio che, come mi ha spiegato Simona, viene spesso donata a giovani coppie o a chi si appresta a entrare in una nuova casa. 

Lezioni di ceramica e osservazione degli astri

Per permettere agli ospiti di entrare in connessione con il territorio, la struttura propone ben 50 esperienze pensate per stimolare i sensi e la creatività. Tra queste spiccano i laboratori didattici dedicati all’arte del ricamo, della pittura, della ceramica o del mosaico dove si possono apprendere tecniche tradizionali direttamente da artigiani esperti.

opere Giovanna, Su Gologone
Opere di Giovanna Palimodde, Su Gologone

Chi cerca un momento distensivo, può invece partecipare a una lezione di yoga sul suggestivo Terrazzo dei Sogni, uno spazio dove, oltre a rigenerare corpo e mente, si viene invitati a scrivere il proprio sogno nel cassetto e custodirlo in un’ampolla. Non manca l’occasione di alzare gli occhi al cielo: grazie alla collaborazione con il gruppo astrofili di Nuoro, è possibile prendere parte a una serata dedicata all’osservazione degli astri.

Risvegli tra arte e natura

Il buongiorno qui è un’esperienza multisensoriale. Mi sono svegliata con il cinguettio degli uccelli e ho raggiunto la Sala Melis — dedicata ai fratelli Melis — dove ho ammirato alcune opere d’arte esposte prima di lasciarmi conquistare dal ricco buffet della colazione servito sulla terrazza panoramica, affacciata sulla valle di Oloè. Tra le delizie assaggiate le casadinas, tortine dolci alla ricotta tipiche della tradizione sarda, perfette per fare il pieno di energia prima di una giornata intensa.

Colazione sulla terrazza panoramica

Alle 9 in punto ho incontrato Gianni, la mia guida, per visitare la sorgente Su Gologone da cui la struttura prende il nome, probabilmente ispirata al gorgoglio dell’acqua che zampilla. Dichiarata Monumento Naturale, si tratta di una risorgiva carsica che si apre come un piccolo lago – incastonato tra due imponenti pareti di roccia dolomitica – con una portata media di oltre 500 litri al secondo ma, nei periodi di piena, può facilmente superare i 10mila litri.

Alla volta del Monte Tiscali

Villaggio nuragico di Tiscali. Foto di Fabiano Goreme caddeo/Shutterstock

Su Gologone è anche il punto di partenza per escursioni in kayak lungo il fiume Cedrino, un modo suggestivo per esplorare il cuore selvaggio della Barbagia. Una volta rientrati in jeep, ci siamo diretti verso il Monte Tiscali. Dopo aver percorso un sentiero impervio, attraversato da una fitta vegetazione tra lecci, ginepri, olivastri e lentischi, siamo arrivati sulla sommità, a circa 500 metri sul livello del mare, dove si svela un villaggio nascosto all’interno di una dolina. La fatica mi ha messo appetito e la guida mi ha sorpreso con un picnic a base di verdure fresche, pane moddicioso, formaggi locali e un bicchiere di Cannonau. Mi ha poi fatto assaporare quello che viene chiamato il ‘sorbetto del pastore’: lattuga semplice con miele, un abbinamento inaspettato ma sorprendentemente piacevole.

Sulle orme della civiltà nuragica

Abbiamo proseguito per l’Huvile Sue Ladu, dove il pastore Gionata Boi – uno degli ultimi caprai e abitanti della valle – accoglie gli ospiti con piatti tipici a km zero in un’atmosfera autentica, circondati dalle vere padrone di casa: le capre. Tra di loro Carolina, un’anima solitaria dalla dolcezza disarmante. L’ultima sosta del nostro viaggio ci ha condotto al villaggio di Sa Sedda ‘e sos Carros, un sito archeologico dedicato al culto delle acque, dove la natura e la tradizione sarda si intrecciano in un contesto unico, la Valle di Lanaittu.

Villaggio di Sa Sedda ‘e sos Carros. Foto di Marco Mul/Shutterstock

Dopo una giornata estenuante, una bella doccia è stata il primo passo per recuperare le energie. Poi, a tavola, mi sono lasciata coccolare da un calice di Karmis e da uno dei piatti simbolo della casa: i ravioli ai finocchietti selvatici, seguiti da pomodori con frue, insalata di zucchine e pecorino e melanzane alla ricotta. Immancabili il pane carasau e le spianate: un morso tira l’altro, impossibile fermarsi. Creano una vera dipendenza. Proprio come Su Gologone, un luogo fatto di esperienze ma soprattutto di persone che ti accolgono con calore e con un sorriso sincero facendoti sentire, con estremo tatto, parte della famiglia.

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