Blasonato, storico, artistico e di incontrovertibile eleganza, il Grand Hotel Majestic, cinque stelle lusso del Gruppo Due Torri Hotels, già seminario arcivescovile proprio nel centro di Bologna, brilla oggi nel panorama dell’hotellerie (se possibile) un pochino di più. Tutto merito del suo ristorante I Carracci con il meraviglioso soffitto affrescato dalla scuola dei Carracci, sì proprio gli allievi di quell’Annibale che (nel 1597) dipinse la volta della Galleria all’interno di Palazzo Farnese a Roma. Su quelle tavole è vivamente consigliata un’esplorazione del menu (si possono anche scegliere due degustazioni da sei portate) firmato dal giovane chef campano Agostino Schettino (ha appena 32 anni), sbarcato a Bologna dopo un percorso in ristoranti stellati come il nuovo 3 stelle Michelin Quattro Passi di Nerano, il President di Pompei o l’Agostino Iacobucci 1 stella a Castel Maggiore dove ha dato prova di talento.
Grand Hotel Majestic: le destinazioni del gusto
Una gioia per il palato la sua terrina di mortadella e le proposte di una “cucina moderna nel segno della tradizione” – così la definisce lui stesso – che si concretizza, nella serata della nostra cena conviviale, in ottimi tortellini di crema di parmigiano, in un indimenticabile carciofo arrosto, aglio nero e prezzemolo, in una petroniana contemporanea (variante emiliana della cotoletta alla milanese) e in un sorbetto erbe & agrumi che nobilita egregiamente il banale cetriolo. I piatti da consigliare sarebbero parecchi se non fosse che dopo la lunga sosta al fine dining I Carracci (aperto anche agli ospiti esterni all’albergo), la serata si conclude con un tocco “futuristico” al Cafè Marinetti.
Basta un drink per tornare al passato, talvolta all’aneddotica. Filippo Tommaso Marinetti, frequentatore del caffè art déco, che oggi porta il suo nome, organizzò qui nell’ex Hotel Baglioni la sua celebre mostra-blitz. Era il 1914, soltanto due anni dopo l’inaugurazione dell’ex convento, e vennero esposti i quadri giovanili di Giorgio Morandi e dei futuristi bolognesi. Quelli entrati nei cataloghi internazionali di storia dell’arte, per intenderci. Altra vicenda, altra arte: quella che si rintraccia nella sala del Camerino d’Europa, al piano superiore dell’hotel – di fronte alla Cattedrale – che custodisce la prima opera nota dei Carracci (i fratelli Annibale e Agostino) con episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Un soggiorno dal sapore aristocratico
C’è da stupirsi ancora al Grand Hotel Majestic, luogo ideale per un weekend da principessa, visto che in una delle sue suite vi ha soggiornato addirittura Lady D, nonché un infinito numero di star, di uomini di Stato, premi Nobel del calibro del Dalai Lama e artisti come la divina Maria Callas e Luciano Pavarotti. Ognuna delle 106 camere dai colori pastello, con richiami allo stile veneziano, è sapientemente arredata con mobili antichi, lampadari di Murano, marmi e tessuti preziosi. Al di là dei nomi sulla porta d’ingresso – ispirati a celebri musicisti e scultori come Giuseppe Verdi o il Giambologna – e il richiamo a un gusto decisamente classico, l’albergo (ben restaurato e rinnovato) offre un comfort assolutamente contemporaneo.
Esempio perfetto ne è la Suite Art Déco: un gioiello “nascosto” al quinto piano dello storico palazzo. Vi si accede con un ascensore privato che arriva direttamente nel “rifugio”. La suite ha un ampio soggiorno con angolo bar dove si trovano due opere del celebre artista e fotografo Vincent Peters, due bagni in marmo di Carrara bianco e nero – che ci riportano agli Anni Ruggenti – e due camere da letto in nero e grigio argento davvero chic. Ma ciò che fa di sicuro la differenza, anche rispetto alla più sontuosa Royal Suite Giuseppe Verdi ricca di broccati e poltrone in velluto, – almeno per chi scrive – è la splendida terrazza panoramica. Poltrone in ferro e imbottiti bianchi su un lastrico di mattoni, rossi come la maestosa Basilica che si ha davanti.
Tra privacy e cultura
La statua di San Pietro di lassù protegge la privacy degli ospiti mentre fanno colazione o sorseggiano un aperitivo al tramonto. E se intorno si fa buio su uno scorcio unico di Bologna, la buonanotte vi sarà data perfino con un curioso libricino. Lo troverete sul letto, dalle lenzuola leggere e perfettamente stirate, perché fa parte di una collana pensata dal Gruppo Due Torri Hotel per omaggiare i propri ospiti a cinque stelle da Verona a Genova passando per Firenze: i “Libri della Buonanotte”. A Bologna vi aspetta il volumetto Seta di Potere (Minerva Edizioni) dedicato alla storia della seta bolognese tanto in voga nel Medioevo. L’autore è Federico Chiara, print director di Vogue e, ovviamente, figlio della Dotta città che vi mostra il meglio di sé anche solo con un week end.