Non è solo che volessi una foto della foresta pluviale. Ne avevo bisogno. Valli a picco e cascate scroscianti fendono la fitta giungla color smeraldo che ricopre Koh Samui, un’isola del Golfo della Thailandia tra l’equatore e il Tropico del Cancro. Seguite un qualsiasi motorino nell’entroterra per 15 minuti e, nonostante i decenni di sviluppo da quando i primi viaggiatori zaino in spalla sono arrivati con traghetti e barche da pesca negli anni Settanta, troverete ancora il verde.
Questa particolare foresta pluviale si trova al Banyan Tree Samui, una collezione di 88 ville su una penisola ricoperta di plumeria dolce e palme da cocco. Mi sono registrato nella spa del resort per l’esperienza Sukhothai Heritage, della durata di 150 minuti: un massaggio thailandese con allungamento, un trattamento viso al cocco e uno scrub rinvigorente a base di riso marrone e orzo, durante il quale la terapista ha cosparso le mie membra con così tanto miele che sembrava stesse preparando un baklava.
Dal Rainwalk alla vitality pool
Più tardi, mi sono diretto al Rainforest, l’elaborato circuito idroterapico della spa, per il mio percorso designato. Si inizia con il Rainwalk, un passaggio curvilineo in pietra e bambù che – Whooshissssss – simula un monsone e conduce a una sala da bagno con l’eco. Ci sono sauna, vapore, docce svizzere e fredde, una fontana di ghiaccio e, infine, la vitality pool, lunga circa 20 metri, che risplende di un blu invernale come una laguna islandese. Prima del mio “battesimo”, queste acque mistiche richiedevano una foto. Mi sono precipitato all’indietro attraverso il Rainwalk, che fortunatamente è rimasto asciutto, ho recuperato il mio telefono e sono ripartito. Whooshissssss!
Ho sbandato, sono scivolato e sono atterrato sul sedere. L’universo ha riso, ma io ho fatto lo scatto. Non preoccupatevi, questa non è la storia di un altro Millennial dipendente dallo smartphone. Durante la mia settimana a Samui, una delle migliori destinazioni al mondo per apprezzare sia lo splendore naturale sia l’ospitalità assurdamente coccolosa, la disconnessione forzata è stata un’indulgenza alla pari dello sticky rice al mango che mangiavo due volte al giorno. Il tempo passava, fluido come un fiume.
L’agopressione si è trasformata in decompressione spinale, in shirodhara ayurvedico e in una dozzina di altri trattamenti al servizio dell’insaziabile idra che chiamiamo benessere. Fisico, spirituale, mentale: ultimamente sembra che il benessere possa significare qualsiasi cosa. Le otto ville del Wellbeing Sanctuary sono uno dei modi in cui Banyan Tree interpreta questo concetto, con tappetini per lo yoga e bande elastiche nascosti sotto i televisori.
Quando sono tornato dalla cena al ristorante Saffron (un’intensa insalata di pomelo e granchio, e un curry massamano pieno di sentimento), ho scoperto che il personale delle pulizie aveva trasformato i miei comodini in altari del sonno. L’incenso al legno di sandalo ardeva, un bruciatore di oli essenziali irradiava eucalipto e un inno soporifero proveniva da un altoparlante. Charlotte, mia moglie, era già tra le lenzuola del materasso Sealy Posturpedic. «Vieni a letto? », mi ha detto. Ero in salotto e stavo trascrivendo gli appunti sulla spa del Banyan Tree, che si sono riversati in un flusso di coscienza. Benessere può significare qualsiasi cosa perché il benessere è personale, ho scritto. Quindi andiamo sul personale. Parliamo di Lisa.
15 OTTOBRE 2008 Lisa, volevo ringraziarti ancora una volta per l’opportunità di scrivere per [oscurato]. È un’opportunità straordinaria per la mia carriera e l’inizio di un rapporto che spero sia reciprocamente vantaggioso.
Spa e ricordi
«Evitare la chiappa sinistra», ho scritto sul modulo di iscrizione alla Tamarind Springs Forest Spa, la prima spa aperta a Samui. Molte cose sono cambiate in Thailandia dal debutto di Tamarind Springs nel 1998, ma il Paese ha sempre un ottimo rapporto qualità prezzo. Prendiamo, ad esempio, il pacchetto Forest Dreaming della spa: 90 minuti di massaggio profondo, 60 di riflessologia plantare, pranzo e un’ora aggiuntiva di “Steam & Dream”, durante la quale ho esplorato l’ecosistema di grotte di vapore alle erbe, piscine di roccia nella proprietà di sei acri, il tutto per 199 dollari.
Se si viene massaggiati per quasi tutta la durata di Titanic, la mente vaga. In un armadietto buio, la mia ha trovato Lisa. Ci siamo conosciuti durante un press trip 16 anni fa. Ero un giornalista di 23 anni, desideroso di sfondare sulla stampa nazionale tanto quanto i punti esclamativi nelle mie e-mail dell’epoca. Lisa (non è il suo vero nome), una redattrice con una grande energia da zia mondana, era ben disposta alle proposte per la sua rivista, così le vendetti una storia sulla Thailandia, dove ero diretto quell’inverno. Il giorno prima di partire per Bangkok, Lisa mi inviò e io firmai un contratto per il mio primo vero servizio di viaggio.

Il suo volto si materializzò mentre il mio terapista mi faceva ruotare i fianchi in una posizione yoga con lo schiocco sordo di una bottiglia di Coca Cola fredda. Vattene, Lisa. Per scacciarla, ho cercato di visualizzare le istantanee mentali di Tamarind Springs. C’era il laghetto con una fontana del colore di un Dirty Martini. Gli scrub esfolianti, fatti in casa con tamarindo, zenzero, caffè e sesamo, esposti sul ghiaccio vicino al bagno turco. Poiché alla reception avevo dovuto consegnare il telefono, il mio strumento numero uno per prendere appunti, ho cercato di incidere questi dettagli nella mia memoria. Ma stavo già dimenticando troppe cose, e lo stress mi ha colpito come un sasso contro il parabrezza.
Come ho detto, questa non è la solita storia di un Millennial dipendente dal telefono. Questa è la storia di un lavoratore autonomo, forgiato dalla recessione e dipendente dal successo. Nonostante un panorama mediatico mercuriale, minacciato da VC, AI e da un intero alfabeto di acronimi nefasti, ho il privilegio di fare il lavoro che desideravo da quando ero abbastanza grande da conoscere la differenza tra la Georgia, lo Stato, e la Georgia, il Paese. È meraviglioso e spaventoso. Perché a volte mi sembra che basterebbe solo perdere il riferimento alla foto di una vitality pool perché tutto ciò scompaia. È la sensazione è questa perché è già successo, ed è successo in Thailandia.
29 OTTOBRE 2009 Ciao Lisa… Spero che tu stia bene! In allegato una revisione della Thailandia, ridotta alle 1.500 parole richieste. Attendo con ansia le tue considerazioni.
Il benessere inizia da dentro
In genere, penso a Lisa ogni pochi mesi. Quando una proposta promettente langue, quando un direttore amato viene cacciato da una testata, la ritrovo lì, che si aggira alla periferia della mia coscienza, un sicario in abiti Lilly Pulitzer. Tornato in Thailandia, ho pensato a lei ogni giorno e mi sono chiesto se l’erba avrebbe eliminato l’intrusione. Due anni fa, la Thailandia è stata il primo Paese asiatico a depenalizzare la marijuana. Sebbene il governo stia cercando di revocare questa politica a causa della scarsa regolamentazione e del presunto aumento della criminalità, i piani commerciali di HighLife, Smoky e degli altri caffè-distributori che costellano i 20 minuti di strada dal Banyan Tree alla mia prossima tappa, l’Anantara Lawana Koh Samui Resort, rappresentavano un’emoji collettiva di scrollata di spalle.
Un lungo stagno popolato da carpe koi attraversa il giardino che conduce alla hall dell’Anantara, dove il personale mi ha portato alla spa per un Cannabis Journey di 90 minuti. L’esperienza prevedeva l’applicazione di oli di lavanda e CBD sui muscoli e un impacco di foglie di cannabis. Più tardi ho sorseggiato una pozione floreale a base di altre foglie di lavanda e cannabis, camomilla e rosa, accompagnata dal rilassante rumore bianco di una fontana a cascata.

Non ero “fatto”, ma di sicuro mi sono sentito rilassato durante il viaggio di un’ora con l’autista verso il mio prossimo pernottamento, il Conrad Koh Samui, nella remota punta sud-occidentale di Samui. Le nuvole si erano addensate durante il tragitto, trasformando gli isolotti di granito sparsi al largo con le loro creste in sagome di ardesia. Le ho studiate dalla piscina rivestita di mattonelle color zaffiro che corre lungo la mia villa. Sembravano antichi draghi, semisommersi nel mare acquamarina. Dopo una nuotata, ho visitato la caffetteria del resort, Botanikka, uno spazio in cemento grezzo arredato con piante d’appartamento promiscue e poltrone in pelle invecchiata, dove i “sarti” (alias baristi) tostano i chicchi di Robusta che crescono a Chiang Rai.
Tra arte, agricoltura e tramonti urbani
Ho sorseggiato un ristretto ghiacciato con schiuma di latte di cocco arricchita da uno sciroppo di tom yum piccante e saporito, mentre osservavo le opere di quattro artiste thailandesi presso Silapa, la boutique e galleria a fianco, aperta un anno fa. Questi due spazi, insieme a Jahn, la steak house cosmopolita, conferiscono al Conrad un’atmosfera sorprendentemente urbana. Quando il tramonto oscura la vista sull’acqua, si potrebbe pensare di essere a Bangkok. Al Silapa, mi sono bloccato davanti a Fear, la stampa di un pesce palla fatta da Aksorn “Khing” Khumchaem. L’artista ha disegnato la creatura nel suo stato di minaccia, gonfiata con setole di istrice che si stagliano su uno sfondo scuro e assoluto come le profondità marine. Nella didascalia di un post su Instagram del 2022 sulla stampa, Khumchaem si chiedeva ciò che tutti i creativi si chiedono prima o poi: “Ce la farò?”.
10 GENNAIO 2010 Ehi Lisa, buon 2010! È pazzesco pensare che l’anno scorso a quest’ora ero su una spiaggia di Koh Samui… Il tempo vola! Volevo solo chiederti se sapevi quando sarebbe uscito l’articolo.
I sentieri sterrati si snodano tra gli alberi di papaya e tamarindo della Iris Farm del Conrad. La citronella spunta da pneumatici abbandonati e delicate microverdure si riparano sotto teloni di plastica. Capre, galline, anatre, quaglie, due maialini, un labrador giallo di nome Kiki e un bastardino thailandese, Coco, vivono tutti lì, guidati da Payap “Pong” Khunkayan, il contadino campanaro di Koh Samui. L’ho trovato seduto accanto a un ventilatore ronzante, sotto una foto incorniciata di Thong, la sua cara capra scomparsa. Khunkayan è cresciuto nel frutteto di durian della sua famiglia, ma ha sempre avuto un legame stretto con gli animali come Thong, che ha allattato dopo che la madre lo aveva rifiutato.
Khunkayan è arrivato a Samui una decina di anni fa per espandere l’attività di fruttivendolo e, quando non ha avuto successo, ha iniziato a lavorare al Conrad come fattorino. Quando nel 2019 l’ex direttore generale del resort ha deciso di creare un’azienda agricola in loco, Khunkayan era la persona giusta per gestirla. In cinque anni, l’Iris Farm è cresciuta in modo significativo, arricchendo sia la terra che l’esperienza degli ospiti.

Il potere delle erbe e del fuoco
Khunkayan la considera parte integrante della proposta di benessere complessiva di Conrad. Stare nella natura e interagire con gli animali giova alla salute mentale, mentre gli ingredienti prodotti in loco giovano alla salute fisica. Li troviamo protagonisti non solo negli eccellenti ristoranti del resort – Iris fornisce circa il 70% di tutte le materie prime consumate nella proprietà – ma anche nell’immacolata spa, dove mi sono unito a un laboratorio sugli impacchi di erbe per trovare una natura morta thailandese di lime e foglie di makrut, galangal, zenzero, foglie di tamarindo, citronella e curcuma.
Li ho pestati per ottenere una purea aromatica che ho raccolto in una mussola e legato con uno spago. Dopo il workshop, ho presentato questo impacco sbilenco alla mia terapista perché lo usasse durante il massaggio. Sorridendo gentilmente, l’ha messo da parte e ha iniziato a massaggiarmi i talloni con un sale verde con foglie di pandano. Poi mi ha avvolto al polso un braccialetto simile a un filo, ha mormorato una benedizione thailandese, e in inglese mi ha detto di esprimere un desiderio e di tagliare il braccialetto entro tre giorni. Vattene, Lisa.
17 NOVEMBRE 2010 Ciao Lisa, mi sembra che tutte le mie e-mail siano intitolate “Thailandia” 🙂 Come vanno le cose? Solo per sapere.
Dopo aver districato le linee dei meridiani addominali attraverso la manipolazione dei punti di pressione, Thitivorada “Pop” Terananont ha posizionato sul mio stomaco delle salviette arrotolate ad anello, ne ha spalmato l’interno con una pasta dorata di curcuma, galangal e altri rizomi pungenti, vi ha steso sopra un panno bagnato, quindi ha intinto lo straccio in una soluzione alcolica al 70%. «Sei pronto?», ha chiesto, non tanto a me quanto all’accendino rosso ciliegia che teneva in mano. Ha risposto con un clic definitivo e ha dato fuoco all’asciugamano.
Il Lanna samunphrai ron, il nome thailandese di questo brûlé addominale, è un’antica ricetta per migliorare la digestione e il dolore lombare e fa parte di un programma del rinomato centro benessere Kamalaya Koh Samui. Il fuoco che aleggia sul paziente, separato in modo sicuro dalla pelle con un cuscinetto protettivo di asciugamani umidi, riscalda il pesto terapeutico sottostante. Questo stimola l’elemento vento del corpo, che secondo Terananont avrebbe riequilibrato le mie energie e riavviato il mio intestino. «Come sono le tue feci, in genere?», mi ha chiesto.

Quando sono sceso dalla mia capanna di trattamento, una delle 50 sparse lungo una collina vertiginosa, il tardo pomeriggio aveva steso un velo fresco sull’isola. Le porte si aprivano su saune buie e le piccole piscine rotonde brillavano come pietre lunari mentre scendevo a cena per incontrare Charlotte al Soma, il tranquillo ristorante all’aperto. In attesa del tavolo, ci siamo messi a chiacchierare con un’altra ospite.
Ci ha detto: «Non ci siamo incrociati per poco al tavolo comune» (circa il 60% degli ospiti di Kamalaya viene da solo, quindi il ristorante organizza un tavolo per i single che si scambiano i dati biometrici davanti a un’insalata di aragosta con mango affumicato). «Ho appena fatto l’agopuntura e sono così… Beata», ha aggiunto. «È per questo che sei qui», le ha risposto Charlotte, ignara del fatto che l’altra ospite fosse Parker Posey, in Thailandia per le riprese della terza stagione di The White Lotus. «Già, sono qui per questo», le ha fatto eco Posey. Ignorando la regola di Kamalaya di non usare telefoni nei ristoranti, ho trascritto in fretta e furia la conversazione nella mia applicazione Notes.

Dal rifiuto alla liberazione
1 FEBBRAIO 2011 Ehi Lisa, buon anno! Volevo solo sapere se ci sono stati dei cambiamenti a [rimosso]. Hai idea se/quando sarà pubblicato? Grazie!
Probabilmente non vi sorprenderà sapere che Lisa non ha mai pubblicato la mia storia sulla Thailandia. Kate Upton, la mia empatica naturopata al Kamalaya, è rimasta sorpresa, ma a dire il vero si aspettava un consulto sul mio programma di sonno e sul mio IMC, non le ultime parole che Lisa mi ha rivolto: «Se mai volessi scrivere di nuovo per noi, ti sconsiglio di insistere sulla questione». Non so quando Lisa abbia lasciato o sia stata costretta a lasciare la testata; l’ultima volta che ho avuto sue notizie, stava insegnando dei workshop di sceneggiatura, che tenera. Ho scritto di nuovo per quella rivista un decennio dopo, sotto un altro direttore editoriale, una delle tante persone eccellenti con cui ho la fortuna di lavorare in molte ottime pubblicazioni.
Il me ventitreenne sarebbe entusiasta di sapere dove si trova il me quarantenne. Ho vinto. «Allora», ha detto Upton, «che cosa rappresenta questo?». Perché non riesco a lasciare andare Lisa? Nel buddismo esiste un concetto chiamato upadana, ovvero la tendenza ad aggrapparsi, in cui ci attacchiamo a oggetti materiali o a convinzioni intrattabili. Come l’idea che forse la storia che ho scritto per Lisa faceva schifo. Come l’idea che questa storia della Thailandia sia una riedizione karmica. Il primo passo per eliminare “l’aggrapparsi” è riconoscere questi attaccamenti malsani; poi li si rilascia attraverso la meditazione. Kamalaya ha lo spazio giusto per farlo: La Grotta di Arjan, una cavità sacra un tempo abitata dai monaci.

Tra luce e ombra
Ho trovato Charlotte lì, seduta nella posizione del loto, di fronte a un altare illuminato da candele. La luce ambrata si rifletteva sul suo viso. L’incenso si attorcigliava verso il soffitto di granito. Non c’era bisogno che mi dicesse che stava recitando una preghiera per suo padre, morto nel 2022. Come si può paragonare una delusione professionale alla morte di una persona cara? Il trauma è tutto relativo, ciononostante quel momento ha fatto sembrare Lisa piccola e l’ha relegata in fondo alla cantina come il Babadook. Se solo avesse potuto fare lo stesso con la mia ossessione di registrare.
Tirai fuori il telefono dall’accappatoio e scattai una foto che, a posteriori, era una violazione di questo luogo sacro. Ma non stavo pensando a questo. Pensavo al lavoro che dovevo fare a Samui, all’esatta tonalità di blu della vitality pool del Banyan, al mio incontro casuale con Parker Posey, a tutti i dettagli che avrebbero dato vita a questa storia, cioè pensavo a me stesso. Non avevo bisogno di una foto della Grotta di Arjan. La volevo. Sto lavorando per non volere così tanto. Settimane dopo, ho recuperato la foto e ho notato tre sfere verdi che si libravano sopra la testa di Charlotte. Era qualcosa? Non era niente? Come il benessere, era tutto ciò che volevamo che fosse.
21 GIUGNO 2024 Cara Lisa, non so se ti ricordi di me…
Si scuserebbe? Mi direbbe di andarmene a quel paese? Si ricorderebbe di me? Tagliare il mio braccialetto di preghiera del Conrad è stato come interrompere un collegamento psichico con Lisa. L’ho lasciata uscire a piccole dosi per scrivere questo articolo, e non mi dà più fastidio. Credo di averla pensata fino alla morte. Ma un’ultima e-mail…. Potrebbe essere una buona cosa. Potrebbe essere una chiusura. Dal punto di vista narrativo, potrebbe essere la conclusione perfetta. Non ho mai inviato l’e-mail, perché, sapete, questa storia va bene così com’è. E lo stesso vale per me.