Il nuovo volto dell’ospitalità a Mayfair

Il nuovo volto dell’ospitalità a Mayfair

Tra il Ritz e il Claridge’s, l’1Hotel Mayfair combina design, sostenibilità e alta cucina in un’esperienza contemporanea sorprendentemente accessibile.
Ingresso 1Hotel Mayfair
Ingresso 1Hotel Mayfair

Da un lato il Ritz, dall’altro il Claridgeʼs: il 1Hotel Mayfair si trova proprio tra due giganti dell’ospitalità londinese, quella storica, un po’ rigida, con uscieri in livrea e una lista di ospiti che sembra un libro di storia. Ma i tempi cambiano e, da meno di due anni, il quartiere di Mayfair ha accolto un ‘new kid on the block’, letteralmente: l’1Hotel Mayfair, prima sede europea di una piccola catena di boutique hotel americana (con dietro, tra gli altri, i proprietari di Starwood hotels). Scegliendo di riqualificare un palazzo che un tempo ospitava un generico Holiday Inn, i gestori hanno fatto un incredibile lavoro di rinnovo e arredo urbano, dove lo stile, l’eleganza e il lusso sono in perfetta simbiosi con la sostenibilità, l’arte e tante piccole attenzioni di grande effetto che, nell’esperienza dell’ospite, fanno davvero la differenza.

Suite

Perfettamente integrato nell’ambiente circostante e nel contesto preesistente, l’hotel ha diversi punti di accesso e una presenza discreta, mai ostentata; ci si passa davanti quasi senza rendersi conto di cosa si cela al suo interno. Dentro, un ambiente poliedrico e multilivello da scoprire con calma, regalandosi momenti di piacere (da soli o in compagnia) a partire dalla spa, dove i prodotti Bamford – casa cosmetica etica e sostenibile inglese – vengono utilizzati per i trattamenti eseguiti da abili terapiste con tranquillità e rilassamento assicurati. Numerosi gli appuntamenti a cui prendere parte, dalle lezioni di barre e pilates ai seminari incentrati sulla consapevolezza e la cura di sé.

Relax e gusto, aperti al pubblico

L’area benessere e gli eventi sono aperti al pubblico esterno, così come gli spazi dedicati alla ristorazione: l’invitante caffetteria Neighbours (il caffè è di Workshop, torrefazione inglese di caffè specialty) e il bar Dover Yard, dove ci si accomoda accanto al camino in pietra grezza dello Yorkshire, per assaporare i cocktail sapientemente mixati da Marco Grisafi, head bartender. Il suo percorso gustativo si ispira al ciclo della natura (da “semi & radici” fino alla “frutta”) e si distingue per l’uso di ingredienti ingredienti locali, stagionali e anche di recupero, come le bucce dei limoni spremuti nella cucina del ristorante dell’hotel, Dovetale.

Dovetale restaurant terrace

Ed è qui che ci piace tornare con regolarità, non solo per l’ottima cucina ma anche per l’atmosfera piacevolmente informale e sempre vivace, oltre che per un servizio di sala impeccabile (guidato dall’head mâitre d’Matt O’Connor), che non sbaglia mai un colpo. Dalla colazione alla cena, dal Sunday roast alle serate con dj e dischi in vinile, Dovetale è perfetto per ogni occasione.

In aggiunta alla proposta tradizionale, presenta un menu dedicato interamente alla cucina vegetale, con ingredienti a chilometro zero quanto più possibile, e può contare sulla consulenza di Tom Sellers (2 stelle Michelin a Story) e sulla professionalità di Tom Anglesea come executive chef (con un curriculum che include esperienze al Restaurant Gordon Ramsay e da Noma). Le influenze italiane si ritrovano nei piatti del menu, dagli gnocchi e pasta fatti a mano ai latticini freschi prodotti da La Latteria, piccola impresa che utilizza latte di qualità inglese seguendo però i metodi tradizionali del Bel Paese.

Baked Red Mullet

Dolce divertimento per grandi e piccoli

Se ci passate con bambini non perdete la mega coppa “knickerbocker glory”: strati di gelato, salse di vari gusti, frutta macerata, topping e cialde (anche i grandi lo adorano) che vengono assemblati accanto al tavolo su un carrello dai colori pastello in stile vintage. Matt coinvolgerà i più giovani invitandoli a immaginarsi gelatai e ad aiutare lo staff nella preparazione, un’esperienza che consigliamo caldamente. Notevole anche la cantina a cura di Tara Ozols, spumeggiante sommelier americana con lunga esperienza nel settore e diversi premi (tra i quali Michelin Sommelier Award 2023); la sua ragionata selezione include anche molti vini inglesi (grazie a lei abbiamo scoperto lʼottimo vino frizzante Rathfinny, produttore B Corp del Sussex).

Piccadilly Greenhouse Suite

Dovetale, come tutto lʼalbergo, accoglie anche gli amici a quattro zampe e, a differenza di molti altri hotel pet friendly, non prevede dei costi aggiuntivi (fino a due cani per stanza). Offre invece numerosi servizi extra, dalle passeggiate con concierge alla disponibilità di lettino, ciotole e cibo salutare. Lo staff riserva inoltre «biscottini, tanti abbracci e coccole», per la gioia degli ospiti pelosi. Chi sceglie 1Hotel Mayfair per un soggiorno londinese, troverà stanze che rifletto lo stile raffinato dei suoi punti ristoro: design moderno, eleganza sobria, massimo comfort e materiali naturali.

Un’oasi di lusso sostenibile a Mayfair

Per chi può permetterselo, la Green Park Suite ci ha lasciato senza parole: soffitti a doppia altezza, vista sul parco omonimo e sul Ritz, camino centrale a 360 gradi, sauna, minipalestra privata e un cocktail bar personale, realizzato con mobile bar ricavato da un monumentale tronco caduto (il resto compone il sinuoso bancone della reception). Anche le stanze standard sono bellissime, accoglienti e curate, con un’attenzione costante e rigorosa alla sostenibilità e all’impatto ambientale in ogni dettaglio dell’hotel.

Unperfect Manhattan

All’inizio si notano i dettagli più evidenti, come le bottiglie di alluminio riutilizzabili nelle camere ma poi, piano piano, ci si rende conto che la filosofia e il rispetto dell’ambiente permeano ogni aspetto dellʼalbergo: dagli accessori realizzati con tubi dei pompieri rigenerati di Elvis & Kresse, alle oltre mille piante e muschio vivo che decorano pareti e soffitti; dallʼuso di energia rinnovabile alle auto elettriche messe a disposizione degli ospiti, e molto altro ancora. Infine, l’arte – selezionata con gusto e intelligenza per arricchire stanze e spazi comuni – riflette pienamente questa filosofia: particolarmente suggestivi sono l’enorme cupola di muschio all’ingresso, i grandiosi lampadari sulle scale e l’opera di Steve McPherson composta da centinaia di frammenti di plastica raccolti sulle spiagge inglesi.

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