Sentirsi come una vera principessa per una sera, partecipando a uno dei grandi balli di Vienna, è sempre stato un mio sogno. Appena ricevuto l’invito, ero entusiasta all’idea di danzare in abito lungo sulle note di Johann Strauss, proprio nell’anno del 200esimo anniversario della sua nascita. Raggiungo la capitale austriaca, celebre per la Stagione dei Balli che inizia ufficialmente ogni anno l’11 novembre, quando le scuole di danza animano il Graben.
La tradizione affonda le radici nel Congresso di Vienna (1814–15), quando si organizzavano sontuose serate che richiamavano l’aristocrazia europea. Molti rituali si conservano ancora oggi, rendendo i balli simbolo di cultura ed eleganza. Sono pronta a immergermi in un’atmosfera che profuma di passato.
L’arrivo in hotel

Niente taxi. Qui i mezzi pubblici sono estremamente efficienti: munita della Vienna City Card, salgo a bordo del CAT, il City Airport Train e, dopo alcune fermate di metro, eccomi davanti alla Cattedrale di Santo Stefano, capolavoro gotico con una torre di 136 metri e oltre 230mila tegole smaltate. A pochi passi, il mio hotel: The Leo Grand, boutique hotel progettato dallo studio Lenikus Group, che unisce eleganza barocca e lusso moderno.
Arredi romantici, tappezzerie floreali e opere d’arte creano un’atmosfera sofisticata, la stessa che si respira nella Majesty Suite dove soggiorno: una mansarda con grandi finestre e vista sulla cattedrale. Al suo interno si trova anche il Cosmo Kitchen, un ristorante che unisce influenze culturali da tutto il mondo in piatti – come la trota salmonata al miso – pensati per essere condivisi.
La scelta dell’abito da sera

Attendevo con trepidazione questo momento. Nel pomeriggio, percorrendo la Riemergasse arrivo da Flossmann, un tempio della moda che, da quattro generazioni, propone eleganti abiti da sera da noleggiare. Basta fissare un appuntamento, definire un budget e provare mise fiabesche, circondati da pizzi e velluti.
L’indecisione regna sovrana finché il mio sguardo non si posa su di lui: un lungo abito scivolato rosa cipria. Mi specchio e mi rispecchio ed è subito amore a prima vista. Le abili sarte si apprestano ad adattarlo alla mia silhouette e, una volta pronto, lo consegnano direttamente in hotel. Un consiglio: portate scarpe, gioielli e pochette, così da avere una visione completa dell’outfit.
Con gli occhi ancora pieni di meraviglia, mi avvio da Gmoakeller, una tipica Belsi — una sorta di osteria — con interni in legno dove servono specialità viennesi, come la Wiener Schnitzel, molto simile alla nostra cotoletta milanese.
Un giro in città sulle orme di Johann Strauss II

Per immergermi nel cuore musicale della città, decido di visitare la House of Strauss, un museo interattivo dedicato all’eredità della dinastia Strauss. Scaricando l’apposita app, guidati dalla voce di Thomas Strauss (trisavolo paterno del celebre compositore), si possono esplorare gli interni, tra cui la sala da concerto dove si esibì Johann Strauss che, ancora oggi, ospita performance dal vivo. Dopo aver gustato un gulasch bio al ristorante del museo, l’House of Strauss Kulinarium, mi sposto alla casa–museo di Strauss II in Praterstraße 54: tra strumenti e spartiti, scopro che proprio qui compose la celebre opera Sul bel Danubio blu.
L’ultima tappa è lo Stadtpark, dove ammiro la statua dorata del compositore immortalato dallo scultore Edmund Hellmer mentre suona il violino. La mia giornata si conclude a tavola, al ristorante Herzig, una stella Michelin, dove assaggio il menu degustazione — tra le portate, un’aragosta Tristan servita con zucca, capperi al coriandolo e jus di crostacei — in una sala che richiama l’atmosfera di una galleria d’arte contemporanea.
A scuola di valzer
Il risveglio è melodioso: inizio la giornata con una lezione di valzer all’Elmayer, scuola di danza fondata nel 1919. Seguo l’insegnante e mi lascio guidare dal mio taxi dancer, un ballerino professionista che mi invita a seguire la musica e a muovermi con passi scivolati — sono solo sei in totale — e giri armoniosi da effettuare su un tempo di 3/4. Terminata la prova, mentre ripasso mentalmente i movimenti, mi accomodo da Wrenkh, per godermi una zuppa di mele e sedano. Controllo l’orologio e, di corsa, rientro in hotel dove mi attendono la make–up artist e la hair stylist per prepararmi al gran ballo.
Il ballo dei giuristi
A bordo di una carrozza trainata da cavalli, arrivo da Vestibül, una brasserie dallo stile imperiale dove mi servono un aragosta con crema di cavolo. Varco poi la soglia del Palazzo Hofburg, storica residenza degli Asburgo, per il Juristenball ovvero il Ballo dei Giuristi e, tra sale sontuose e colonne doriche, l’emozione cresce.
I debuttanti aprono le danze con grazia, poi tocca a noi: ci lasciamo trasportare dalle note del valzer, immersi in un sogno d’altri tempi. Segue una vivace quadriglia. Con il calare della notte, le luci si abbassano e l’orchestra esegue un valzer lento, un finale romantico degno di una serata memorabile.
Relax al cioccolato

Non potevo lasciare Vienna senza fare tappa al Café Sacher per assaggiare la famosa Sachertorte, ancora oggi preparata secondo la ricetta segreta del 1832, con ben 34 passaggi fedelmente rispettati. Affondo la forchetta in un sottile strato di confettura di albicocche, avvolto da un’irresistibile glassa al cioccolato fondente. Le coccole proseguono con un trattamento spa al cacao all’Hotel Sacher, un’esperienza sensoriale che chiude dolcemente questo viaggio, lasciandomi la sensazione di aver vissuto la magia dei balli viennesi, proprio come una principessa moderna.