Minorca: le spiagge più belle e i consigli per visitarla a settembre

Minorca: le spiagge più belle e i consigli per visitarla a settembre

Dalle calette più suggestive ai sapori locali, tutto quello che serve sapere per vivere l’isola più autentica e riservata delle Baleari.
Cala Mitjana
Cala Mitjana

Atterrare a Minorca a settembre è come scendere in un luogo che ha già deciso di rallentare. L’aeroporto è piccolo, e bastano pochi chilometri di strada per capire che qui non c’è fretta. La lentezza, d’altra parte, è una dote che le appartiene da sempre. È ciò che la distingue dalle sorelle Baleari. A differenza della vicina Maiorca o dell’adrenalinica Ibiza, Minorca custodisce un’anima più selvaggia e riservata. Dal 1993, è Riserva della Biosfera UNESCO, un riconoscimento che riflette non solo la ricchezza dei suoi ecosistemi, ma anche un approccio responsabile al turismo e alla conservazione del paesaggio. I suoi 220 chilometri di costa offrono calette incastonate tra pinete e scogliere, falesie a picco, spiagge sabbiose e angoli remoti dove sentirsi parte del mondo naturale.

I litorali più suggestivi di Minorca

Minorca è un mosaico di cale, ognuna con un carattere diverso e, a settembre, si lasciano scoprire senza la folla estiva. Alcune sono famose, altre più appartate, ma tutte condividono la stessa promessa: acqua limpida e tempo che sembra scorrere più lento. Tra le più amate Cala Turqueta, il cui nome deriva dal colore delle sue acque, un turchese quasi irreale. Circondata da pinete, è perfetta per chi cerca uno scenario da cartolina senza allontanarsi troppo da Ciutadella. Spostandosi a Son Bou, si scopre la spiaggia più lunga dell’isola: oltre due chilometri di sabbia chiara e mare basso, condizioni ideali anche per chi vuole solo passeggiare con i piedi nell’acqua all’infinito. Alle spalle, bar e ristoranti la rendono uno tratti di costa meglio serviti. E ancora loro, Cala Macarella e Macarelleta, le regine di Instagram, eppure non per questo meno autentiche.

Cala Macarella

Macarella è più ampia e facilmente accessibile mentre Macarelleta, nascosta e raccolta, si raggiunge con un breve sentiero: due sfumature di uno stesso paradiso. Son Saura, invece, è una spiaggia tranquilla con sabbia fine e acqua bassa, molto amata dalle famiglie locali. Cala Mitjana, racchiusa tra falesie calcaree e pinete, regala uno dei panorami più fotogenici dell’isola; Binigaus, lunga e selvaggia, è una delle spiagge che più conserva un carattere naturale. Diversa da tutte le altre, Cala Pregonda, con sabbia rossa e rocce modellate dal vento, presenta un paesaggio quasi lunare. La si raggiunge dopo una passeggiata, e forse è proprio questa distanza a renderla così speciale.

Son Saura

Cala Cavalleria, caratterizzata anch’essa da sabbia rossastra e scogliere imponenti, è un’altra gemma da non perdere. La vera meraviglia è, infine, scoprire quelle più segrete percorrendo un tratto del mitico Camí de Cavalls. Con 185 km suddivisi in 20 tappe, il sentiero costiero che abbraccia tutta l’isola regala panorami mozzafiato, profumi di macchia mediterranea e una sensazione profonda di connessione con la natura. In bici, a cavallo o semplicemente a piedi, è il modo migliore per conoscere l’isola da vicino, passo dopo passo.

Cala Cavalleria

Mahón e Ciutadella: due anime, un’isola

Le due città principali raccontano due facce della stessa storia. A est, la vibrante Maó (Mahón) sorprende con un grande porto naturale e un retaggio britannico che si respira nell’architettura e nel famoso gin locale, distillato fin dal XVIII secolo. Il mercato del pescado, Mercat des Peix, è un piccolo tempio del gusto, perfetto per fare tapas tour tra ostriche, crostacei e non solo. Qui nasce il famoso formaggio Mahón-Menorca DOP, prodotto artigianalmente in piccole fincas come Son Mercer de Baix o Subaida, tra muretti a secco e allevamenti di vacche frisone.

Ciutadella. Foto di Kirk Fisher/Shutterstock

A ovest, Ciutadella è la Minorca più romantica. I suoi vicoli in pietra dorata, i portici arabi, i palazzi aristocratici raccontano un passato elegante. Per mangiare qualcosa di tradizionale, si può entrare al Café Balear, affacciato sul piccolo porto: la loro caldereta de langosta (zuppa di aragosta) è da provare. A pochi passi, S’Amarador è un’altra tappa eccellente per assaggiare pesce freschissimo in chiave locale.

Archeologia e spiritualità

Minorca sorprende anche per la sua eredità preistorica. L’isola è punteggiata di talayot, monumenti megalitici dell’antica civiltà talaiotica, un patrimonio unico nel Mediterraneo. Le necropoli di Naveta des Tudons, i santuari di Torralba d’en Salord o il villaggio di Trepucó sono luoghi di silenzio e mistero, in cui si avverte una spiritualità antica e concreta, fatta di pietra e cielo.

Talayotic, villaggio di Trepucó. Foto di tolobalaguer.com/Shutterstock

Cose buone da gustare a Minorca

La cucina minorchina è intensa, concreta, profondamente radicata nel territorio. Oltre alla celebre caldereta, altri piatti raccontano l’isola: come oliaigua, una zuppa contadina estiva a base di pomodoro, aglio e pane raffermo, spesso accompagnata da fichi freschi. Ci sono poi le formatjades e i pastissets, dolci da forno tipici, spesso ripieni di formaggio, carne o confetture. Da non perdere la langosta a la parrilla — un’aragosta alla griglia, semplice e sublime — e la coca amb pebrots i tonyina, una sorta di focaccia con peperoni e tonno, da assaggiare nei forni di paese. Negli ultimi vent’anni Minorca ha vissuto una silenziosa rivoluzione vitivinicola. Piccoli produttori hanno riscoperto le potenzialità dei suoli calcarei e sabbiosi, dando vita a vini eleganti, salini, autentici.

Tra le aziende più note e visitabili spicca Binitord, situata nei pressi di Ciutadella, che lavora in biologico. Binifadet, vicino a Sant Lluís, è invece una delle cantine più attive anche dal punto di vista enoturistico, con un ristorante raffinato immerso nei vigneti. Sa Forana, realtà di piccole dimensioni ma di grande qualità, propone bianchi da Malvasía e blend rossi che si distinguono per mineralità e struttura. E non va dimenticato il Gin Xoriguer, prodotto a Mahón secondo una ricetta settecentesca, spesso servito con limonata locale nel tradizionale “pomada”.

Dove dormire: fincas e boutique hotel

A Minorca, l’alloggio è parte integrante del viaggio. Chi ama la natura e il ritmo lento della campagna può scegliere le fincas, antiche case rurali trasformate in eleganti agriturismi: dal silenzio rigenerante di Ses Talaies, poco fuori Ciutadella, agli spazi verdi del raffinato Morvedra Nou, fino all’atmosfera intima e sofisticata di Amagatay, perfetta per chi cerca quiete e stile. Per chi invece desidera l’atmosfera urbana e il design contemporaneo, Ciutadella offre boutique hotel dal fascino unico. Il raffinato Vestige Son Vellinterpreta in chiave moderna l’eleganza delle residenze minorchine, mentre il Marosi Boutique Hotel, adults-only, accoglie nel cuore del centro storico con ambienti raffinati e un’accoglienza di rara cura.

Cova d’en Xoroi, aperitivo mozzafiato al tramonto

Se scegliete Minorca, fate tappa, per un aperitivo al tramonto, al Cova d’en Xoroi, il bar scolpito nella roccia a picco sul mare, uno dei luoghi più scenografici del Mediterraneo. Resterete col fiato sospeso al calar del sole. E potreste anche incontrare qualche star del cinema nel privé.

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