Turchia, sensazionale scoperta archeologica nei fondali di Antalya: riemerge un relitto di 2mila anni fa

Turchia, sensazionale scoperta archeologica nei fondali di Antalya: riemerge un relitto di 2mila anni fa

Con questo ritrovamento il paese si impone sempre di più come meta in prima linea per il turismo subacqueo.
Antalya in Turchia

Ad Antalya, in Turchia, è stato riportato alla luce un relitto risalente al periodo tardo ellenistico-inizio romano, eccezionalmente conservato. Il ritrovamento è avvenuto tra i 33 e i 46 metri di profondità nelle acque di Adrasan, nel distretto di Kumluca, un’area nota per le sue bellezze naturali e storiche.

La nave trasportava un carico di piatti, ciotole e vassoi in ceramica sigillata orientale, ancora intatti dopo due millenni. Gli oggetti erano stati accuratamente protetti con strati di argilla grezza e disposti con tecnica tale da preservarne forma e colore originale nonostante il lungo periodo trascorso sotto la sabbia marina. Secondo gli archeologi, si tratta di un rinvenimento unico nel suo genere per lo straordinario stato di conservazione e per l’importanza che riveste nello studio della produzione e della distribuzione ceramica nel Mediterraneo antico.

Così Mehmet Nuri Ersoy, Ministro della Cultura e del Turismo della Türchia: «I piatti e le ciotole sono sopravvissuti con il loro colore e la loro struttura superficiale originali, offrendo informazioni preziose sulle tecniche di produzione e di confezionamento di 2.000 anni fa». Ersoy ha descritto il relitto come «Una scoperta di immenso valore non solo per la Turchia ma per il patrimonio culturale condiviso del mondo» e ha dichiarato che i manufatti sono ora conservati meticolosamente presso il Laboratorio regionale di restauro e conservazione. 

In arrivo un nuovo museo subacqueo

La scoperta ha accelerato il progetto di un museo dedicato all’archeologia subacquea del Mediterraneo, che sorgerà nell’area di Kemer-Idyros. I lavori inizieranno questo mese e rappresentano, secondo il ministro, un tassello fondamentale nella strategia di sostenibilità culturale del Paese. Parallelamente, il Museo Archeologico di Antalya prolungherà gli orari di apertura estivi fino alle 22, con una nuova sezione dedicata proprio alle esplorazioni sottomarine.

Il governo turco ha definito il 2024 come l’“Età d’oro dell’archeologia”, con il progetto nazionale “Legacy for the Future” che ha portato a un’impennata degli scavi, passati da 765 nel 2023 a un obiettivo di 800 entro il 2026. Di questi, ben quattro sono scavi subacquei autorizzati con decreto presidenziale, a cui si aggiungono ulteriori missioni di ricerca nei fondali.

Il Ministro Ersoy ha dichiarato: «Solo nel tratto da Patara a Mersin sono già stati identificati oltre 400 relitti. I nostri scienziati stanno lavorando in queste aree con straordinaria disciplina e intensità. Queste scoperte non sono solo importanti dal punto di vista scientifico, ma rappresentano anche grandi opportunità per il turismo». 

La Turchia si sta affermando come uno dei nuovi poli mondiali dell’archeologia marittima. Le sue coste, soprattutto la Riviera turca e l’Egeo, offrono acque limpide, clima favorevole e una rete capillare di centri di immersione certificati, attirando subacquei da tutto il mondo. Località come Kaş (tra i dieci migliori siti di immersione al mondo), FethiyeBodrum e Çanakkale, con il Parco Storico Subacqueo di Gallipoli, rappresentano i punti di riferimento per gli appassionati. In parallelo, il Museo di archeologia subacquea di Bodrum continua a giocare un ruolo chiave nella divulgazione dei tesori recuperati. Il relitto di ceramica, ora sotto studio, promette di diventare un’attrazione internazionale sia per studiosi che per viaggiatori attratti dai misteri sommersi della storia.

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