Roma è una città dispersiva e anche un po’ tiranna. Incontrare un’amica, a volte, richiede una pianificazione strategica. Soprattutto per chi, come noi, è abitutato a vivere con la valigia sempre pronta rimbalzando da una parte all’altra del mondo. Volere è potere: sincronizzate le agende, ci ritroviamo per un aperitivo: è così che, tra uno Spritz e tante risate, nasce l’idea di un viaggio on the road. Noi due insieme. Quale occasione migliore per concederci chiacchiere in libertà senza controllare l’orologio in maniera spasmodica e le mail, ça va sans dire?
A soddisfare la voglia di avventura, relax e buon cibo non poteva che essere la Sicilia. Così abbiamo iniziato a disegnare un itinerario di sei giorni che ci permettesse di andare alla scoperta di luoghi, anche meno noti, in grado di farci immergere nell’anima autentica dell’isola. Smartphone alla mano, in pochi click abbiamo dato forma al nostro viaggio al femminile.
Palermo tra arte e street food

Non tutti lo sanno, ma il capoluogo siciliano è conosciuto anche come la “città delle delizie”, grazie alla straordinaria combinazione di arte, storia, natura e tradizione gastronomica. Così, una volta atterrate e lasciati i bagagli in albergo, ci siamo dirette verso il centro storico. Appuntamento davanti al Teatro Massimo dove ad accoglierci c’è Giorgio Faraci: la nostra guida di Essence of Sicily, ci invita a salire sul rooftop del Doba Restaurant and Terrace, all’interno di Palazzo Sovrana, per farci scoprire Palermo dall’alto davanti a un aperitivo.
Tra un sorso e l’altro, riviviamo la sua lunga e tormentata storia millenaria, incantati dallo skyline che ci circonda. Rientriamo poi nel cuore pulsante della città percorrendo via Maqueda, particolarmente animata nelle ore serali. Ci lasciamo guidare dai profumi che invadono la strada, fino alla storica pasticceria Costa, un tempio del liberty rinomato soprattutto per la sua cassata al forno che, per chi non lo sapesse, rappresenta la versione più antica del famoso dolce siciliana.
Proseguiamo fino ai Quattro Canti, elegante crocevia barocco formato da quattro scenografiche facciate. Ciascuna raffigura una stagione, i fiumi della città antica, un re spagnolo e una delle quattro sante patrone. Basta fare pochi passi per ritrovarsi davanti alla Piazza Pretoria, con le sue statue mitologiche nude che le hanno fatto guadagnare l’appellativo di Piazza della Vergogna. Dopo una passeggiata alla Vucciria, storico mercato che la sera diventa centro della movida, decidiamo di fermarci da Buatta Cucina Popolare, una trattoria moderna dove lo chef Fabio Cardillo propone piatti tipici siciliani con un tocco creativo. Assaggiamo lo sfincione con shottino di Marsala, gli anelletti al forno e le sarde a beccafico: un trionfo di sapori autentici.

Una giornata a modo nostro
Il tempo è poco e, avendo già conoscenza delle principali attrazioni, chiediamo alla guida qualcosa di diverso. Il mattino seguente, dopo una colazione rigorosamente a base di cannoli freschi, ci accompagna alla Palazzina Cinese, ospitata nel Parco della Favorita. Votata tra I Luoghi del Cuore del FAI, questa elegante residenza reale fu costruita nel Settecento come riserva di caccia per Ferdinando IV di Borbone. Il tetto a pagoda e gli interni decorati in stile orientale raccontano l’amore per l’esotico che affascinava l’aristocrazia borbonica. A sorprenderci è soprattutto la sala da pranzo con la tavola matematica del Marvuglia, un ingegnoso sistema di carrucole pensato per far arrivare le portate direttamente dalla cucina, rendendo un momento conviviale intimo e riservato.
Il sole picchia forte, decidiamo quindi di concederci un tuffo a Mondello, la spiaggia più famosa di Palermo, incorniciata da ville Liberty e bagnata da un mare cristallino. Ci accomodiamo sui lettini del Mida Beach Club, dove ci godiamo qualche ora di relax tra bagni e chiacchiere. La fame incalza e, seguendo i consigli local, optiamo per un light lunch alla Trattoria da Piero che propone un menu a base di pesce fresco cucinato a vista: imperdibili la zuppa di cozze alla trapanese e il polpo arrosto su purea di patate.
Villa Igiea: dal mito dei Florio al lusso firmato Rocco Forte Hotels

Aprire la finestra del proprio terrazzino e svegliarsi davanti al blu del mare del Golfo di Palermo: è questo il modo perfetto per iniziare una giornata. Villa Igiea, cinque stelle firmato Rocco Forte Hotels, è un gioiello Liberty di inizio Novecento che, edificato come dimora privata della famiglia Florio, è divenuto il rifugio felice di teste coronate e star internazionali. Ma non solo. Nonostante il passare degli anni, conserva ancora arredi d’epoca e pezzi di design: ne è un esempio la sala Basile, impreziosita dallo stile art nouveau siciliano del pittore Ettore De Maria Bergler, dove le decorazioni parietali raccontano il Mito della Rinascita scandito dalle quattro fasi del giorno.

A dare ospitalità, camere e suite dotate di ogni comfort, una spa d’eccellenza con prodotti botanici Irene Forte Skincare, una piscina vista mare immersa nel giardino, un campo da tennis affacciato sul porto. La ristorazione è firmata Fulvio Pierangelini: colazione e cene al Ristorante Florio sono un viaggio nei sapori siciliani con piatti come le Linguine con tenerumi, limone candito, battuto di gamberetti di Sciacca mentre l’Igiea Terrazza Bar e l’Alicetta Pool Bar propongono cocktail d’autore e piatti leggeri come l’insalata fresca di melone, cetriolo, menta e pistacchi che ci ha letteralmente conquistate.
On the road: da Monreale a Sciacca

È tempo di lasciare Palermo. Carichiamo i bagagli e saliamo a bordo del nostro bolide, una Range Rover Evoque che, rispetto alle nostre city car, si presenta come un salotto su quattro ruote. Dopo appena mezz’ora di strada, eccoci a Monreale, una cittadina del XII secolo che custodisce uno dei capolavori dell’arte normanna in Sicilia: il Duomo. La Cattedrale di Santa Maria Nuova venne commissionata da Guglielmo II nel 1174 e unisce elementi architettonici latini, arabi e bizantini. L’interno è ricoperto da oltre 6mila metri quadrati di mosaici dorati, tra cui spicca il maestoso Cristo Pantocratore nell’abside centrale.
Ancora ammaliate dalla sua magnificenza, ripartiamo in direzione sud-ovest verso Sciacca: prendiamo la SS624, la cosiddetta Fondovalle, che si rivela un viaggio nel viaggio. In poco più di un’ora e mezza, il paesaggio si trasforma sotto i nostri occhi: si passa da tratti montuosi a colline dolci punteggiate di uliveti e vigneti. Manca poco all’arrivo, ma decidiamo di concederci una sosta per il pranzo a Menfi, all’ombra dei pini marittimi dell’Insula Beach Club — uno spazio conviviale avvolto dalla vegetazione firmato Planeta Estate, il ramo dedicato all’ospitalità della rinomata azienda vitivinicola siciliano.

Si accede attraversando canneti e gigli di mare che conducono alla spiaggia attrezzata. Qui la cucina, fresca e genuina, rende omaggio al Mediterraneo con un menu firmato dallo chef Salvatore Termine, sotto la direzione dell’executive chef Angelo Pumilia. Tra i piatti da non perdere, il cous cous di grano duro siciliano arricchito con mandorle, spezie, zuppa di pesce e verdure.
Verdura Resort: il lusso siciliano tra mare, natura e design

Nonostante le chiare indicazioni del navigatore, abbiamo deciso di affidarci al nostro intuito, finendo per imboccare una salita impervia. Un errore di valutazione che si è trasformato in un test superato brillantemente: grazie al sistema di partenza assistita in salita, l’auto non ha arretrato di un millimetro, permettendoci di fare retromarcia, rimetterci in carreggiata e proseguire in sicurezza fino a destinazione. Varcare il cancello del Verdura Resort, destinazione Rocco Forte Hotels inaugurata nel 2009, è come entrare in un altro mondo: 230 ettari di ulivi, aranceti e colline affacciate su 1,8 km di costa privata. Siamo nel versante sud-occidentale della Sicilia, tra la Valle dei Templi e Sciacca, dove tutto racconta il legame e il rispetto per il territorio attraverso un’architettura sostenibile e un design ispirato alla tradizione locale: ogni camera ha terrazze con vista mare, maioliche artigianali, materiali naturali e colori caldi.
La dieta può aspettare: abbiamo provato tutti gli outlet presenti in struttura, capitanati da Fulvio Pierangelini. Dalla colazione al Ristorante Buongiorno — dove servono delizie come la Brioscia caramellata con fragole al marsala, sorbetto ai limoni di produzione propria — alla proposta mediterranea di Zagara, il pesce fresco di Amare, la tradizione siciliana di Liolà, la contaminazione nippo-sicula di Nagori, l’atmosfera conviviale dell’Osteria e i cocktail di Scirocco, Ondina, Beach e Spa Bar.

Viaggiare è scoperta ma anche “dolce far niente”: abbiamo quindi oziato in spiaggia, nuotato in piscina e ci siamo rilassate nella Irene Forte Spa, un’oasi di 4mila metri quadrati circondata da palme e fiori d’arancio che si ammirano dalle vasche che contraddistinguono il percorso di talassoterapia. Gli appassionati di golf trovano due campi da 18 e 9 buche firmati Kyle Phillips, immersi in un paesaggio verdeggiante.
Colazione nella Valle dei Templi e un tuffo con vista sulla Scala dei Turchi

La mattina seguente la sveglia suona presto, ma la levataccia è ripagata dalla colazione servita in un casale rustico inserito all’interno del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. Ad accoglierci a Casa Diodoros è una tavolata imbandita di creme di pistacchi e mandorle fatte in casa e dolci siciliani firmati dalla pastry chef Federica Farruggia, il tutto con il Tempio della Concordia sullo sfondo.

Nata da un progetto di cooperazione pubblico-privato per valorizzare il territorio e la sua biodiversità, la struttura — famosa anche per la sua mascotte, il gatto Tano — offre lezioni di cucina, picnic, degustazioni, seguiti da una passeggiata suggestiva nella storia. Terminato il tour, impostiamo sul navigatore la tappa successiva, Realmonte per ammirare, comodamente dai lettini del Lounge Beach, la Scala dei Turchi che, dopo un periodo di chiusura ai fini di tutela ambientale, è stata riaperta con ingressi contingentati. Da non perdere la possibilità di regalarsi in massaggio en plein air con lo sguardo fisso sul mare.
«Con la Fondazione Scala dei Turchi intendiamo valorizzare l’intera area come sito di interesse pubblico. Tra le iniziative, una passerella sulla spiaggia per permettere anche alle persone con mobilità ridotta di godere della bellezza del luogo, aree di sosta, collegamenti navetta da Porto Empedocle e Agrigento etc. Vogliamo trasformare la Scala dei Turchi in un modello di turismo accessibile, sostenibile e organizzato», racconta l’assessore di Realmonte Antonino Sciarrone.
Caltabellotta, il borgo montano dove si vive bene e a lungo

Prima di lasciare la Sicilia, decidiamo di visitare uno dei borghi nascosti sulle montagne sopra Sciacca. Arroccato su una rupe tra cielo e mare, Caltabellotta sembra un piccolo presepe, un luogo dove tutto profuma di olio d’oliva e origano. Questo angolo dei Monti Sicani è noto per la longevità dei suoi abitanti: uno studio condotto dai gerontologi Gianni Pes e Calogero Caruso, supportato dal Verdura Resort, ha inserito la località tra le Blue Zone emergenti, zone in cui la popolazione vanta numerosi centenari. Il segreto? Uno stile di vita sano e semplice. Qui si coltiva la terra con cura, si gustano prodotti locali, si cammina quotidianamente e si socializza in modo autentico.
«Caltabellotta rappresenta un vero e proprio laboratorio naturale di longevità, offrendo prove convincenti di come fattori ambientali, alimentazione, livelli di stress e abitudini di vita possano influenzare profondamente il processo di invecchiamento. Sebbene la predisposizione genetica abbia un ruolo, sono soprattutto lo stile di vita, l’ambiente in cui si vive, l’aria che si respira, il tipo di alimenti consumati e le relazioni sociali a determinare il nostro stato di salute nel tempo», spiega il professor Caruso.

Coltivare il futuro
Accompagnate dal team di Caltabellotta Experience, abbiamo vissuto esperienze uniche, dalle degustazioni di olio extravergine Lunàrdu alla visita dello studio dello scultore Salvatore Rizzuti, fino a un pranzo bucolico con prodotti genuini, come gli Spaghetti alla carrettera detti anche pasta a lu primu amuri, conditi con aglio secco, sale, olio, peperoncino, pecorino, pane secco grattugiato e prezzemolo. Tante sono le storie di chi è partito per cercare opportunità altrove e poi ha scelto di tornare, portando con sé nuove competenze, idee ed energie. Esperienze che diventano risorse al servizio della propria terra. Perché il vero cambiamento nasce dalla condivisione: insieme si è più forti. Anche noi.