Ritorno alle origini: un viaggio di trasformazione per corpo e mente

Ritorno alle origini: un viaggio di trasformazione per corpo e mente

L’ultima tendenza in fatto di viaggi esclusivi? Rinunciare a tutti i lussi e sporcarsi le mani.
Escursione con Mountain Trek nella British Columbia
Escursione con Mountain Trek nella British Columbia. Foto di Mountain Trek

Nel weekend del 4 luglio 2023, mentre quasi tutti si abbuffavano di hot dog e tracannavano birra, io mi imbarcavo in un trekking di 74 chilometri attraverso la Danimarca, appesantita da uno zaino di 11 chili e dalle conseguenze emotive di un divorzio da pandemia. Mi ero iscritta al Fjällräven Classic Denmark, un trekking di resistenza di tre giorni che si svolge ogni anno in estate sull’isola di Funen, un paio d’ore a ovest di Copenaghen. Alla fine del primo giorno avevo percorso 29 chilometri (in gran parte sotto una pioggia torrenziale), arrancando tra campi di orzo, lungo la costa disseminata di alghe e su per ripide colline.
Quella sera, quando sono crollata nella mia tenda, ero esausta e talmente sporca da dubitare perfino che potesse bastare una doccia calda, che peraltro non era disponibile.

Il lusso di mettersi alla prova

Non ho potuto fare a meno di chiedermi chi me lo faceva fare. Ultimamente ho scoperto un modo diverso di viaggiare, che soddisfa non solo il mio desiderio di vedere nuove destinazioni, ma anche una nuova aspirazione a superare i miei limiti fisici (e spesso anche quelli emotivi). Prima del 2020 i miei viaggi si svolgevano per lo più in resort sulla spiaggia con tanto di servizio di maggiordomo. Ma le mie priorità sono cambiate e, a quanto pare, sono in buona compagnia. «I viaggiatori sono alla ricerca di attività che richiedono un maggiore sforzo fisico e mentale», afferma Misty Belles, vicepresidente delle relazioni pubbliche globali di Virtuoso, una rete di consulenti di viaggi di lusso. «In particolare, i dirigenti ai massimi livelli desiderano fare esperienze al di fuori della loro comfort zone, sono disposti a superare i limiti e amano mettersi alla prova».

Tra questi c’è Steve Orens, presidente dell’agenzia Plaza Travel e membro del Travel Advisory Board di T+L. Orens ha iniziato a fare trekking impegnativi nel 2020 e il primo (quattro giorni nel North Cascades National Park, nello stato di Washington) è stato una rivelazione. «Sono abituato al servizio di maggiordomo, agli hotel a cinque stelle e a pasti squisiti», mi dice, parlando dalla sua suite a bordo della Regent Seven Seas Explorer durante la navigazione nelle acque del Giappone.

Minimalismo in quota

«Mi svegliavo in una tenda larga quanto il mio corpo», ricorda, «e quando la mattina avresti avuto bisogno del bagno, dovevi prendere una pala e cercarti un posto per scavare una buca». Ma trovarsi fuori dal mondo e immersi nella natura, ha scoperto Orens, aveva i suoi benefici. «Stacchi la spina per un po’ e poi torni con una nuova energia», spiega. «Ti senti più ispirato». Dopo quella prima esperienza, Orens ha completato trekking di più giorni nelle zone più remote dello Yellowstone National Park e tra le Talkeetna Mountains in Alaska, e si è ripromesso di fare un trekking di gruppo impegnativo almeno una volta all’anno.

Una pausa durante il Fjällräven Classic Denmark. Foto di Steph Ward/Courtesy Alpine Exploratory

«Quando ti vengono a mancare tutte le comodità, ritrovi il contatto con te stesso», dice Orens. Il mio percorso personale verso le avventure estreme è iniziato l’anno prima del mio viaggio in Danimarca, nel 2022, quando mi sono iscritta d’impulso a un trekking di 120 chilometri attraverso l’Artico, il Fjällräven Classic Sweden. L’esperienza successiva è stata una settimana tra le montagne della British Columbia al Mountain Trek, un ritiro incentrato sull’escursionismo e sul ‘ripristino del benessere’. Entrambe le avventure sono state a volte difficili, ma ognuna mi ha insegnato qualcosa di nuovo su me stessa: la Sarah che iniziava il trekking non era mai la stessa di quella che lo portava a termine.

Il prezzo della vetta

La Haute Route sulle Alpi. Foto di Fjällräven

Nonostante gli aspetti positivi, sto ancora imparando a conoscere i miei limiti. Il mio prossimo obiettivo è completare la Haute Route da Chamonix-Mont-Blanc (Francia) a Zermatt (Svizzera): un trekking di oltre 220 chilometri che tocca 10 delle vette più alte delle Alpi. Tour operator come Macs Adventure di Denver organizzano escursioni indipendenti di due settimane lungo il percorso. Quando ci andrò, prevedo di percorrere fino a 19 chilometri al giorno anche a 3mila metri di quota, uno sforzo che si farà sentire sicuramente nelle gambe, nei piedi e nei polmoni. Però alla fine di ogni giornata di cammino non dovrò montare la tenda e prepararmi la ‘cena’ da una busta di cibo liofilizzato, ma potrò godermi una meritata ricompensa ai miei sforzi in un rifugio: un pasto caldo, un letto confortevole e il più essenziale dei lussi, una doccia bollente.

Articoli Correlati

Iscriviti alla newsletter