C’è una materia che attraversa il tempo, capace di unire fede, arte, scienza e poesia: la cera. In Toscana, questa sostanza duttile e luminosa è diventata un filo invisibile che collega secoli di creatività, dal Rinascimento fino all’arte contemporanea. Ed è la protagonista della mostra Cera una volta. Sculture dalle collezioni medicee, in programma alla Galleria degli Uffizi dal prossimo 16 dicembre, dedicata all’arte cero plastica fiorentina tra Cinquecento e Seicento.
Un racconto che nasce tra le mura di Palazzo Pitti e si propaga in tutta la regione, alla scoperta dei luoghi in cui la cera ha preso forma, si è fatta scienza e ha acceso la fantasia degli artisti.
Dalla scultura all’anatomia: quando la materia prende vita
Proprio a Firenze, poco lontano dagli Uffizi, al Museo La Specola la cera rivela il suo volto più scientifico. Nelle sue sale, i celebri modelli anatomici del Settecento svelano muscoli, vene e dettagli infinitesimali con un realismo che lascia senza fiato. Non si tratta solo di strumenti didattici, ma di opere d’arte in cui la precisione scientifica si trasforma in emozione estetica.
Accanto a questi capolavori, un “giardino artificiale” di cere botaniche riproduce oltre duecento specie vegetali, nate dalla curiosità rinascimentale di imitare la natura per comprenderla meglio.
Fonderie e botteghe
A Firenze, la cera diventa il punto di partenza per un altro percorso: quello che conduce al bronzo.
Al Museo Nazionale del Bargello, i modelli in cera di Cellini, Algardi e Soldani Benzi rivelano il momento segreto della creazione, quando la forma è ancora pensiero e la luce ne disegna i contorni.
Nel Museo Ginori di Sesto Fiorentino, la cera cambia ruolo e si trasforma in strumento di precisione per le porcellane, testimoniando il dialogo costante tra arte e manifattura, tra invenzione e mestiere.
Tra Siena e Pisa: la scienza modella la conoscenza
Anche la Toscana universitaria custodisce testimonianze straordinarie di ceroplastica scientifica.
A Siena, nel Museo Anatomico Leonetto Comparini, le cere non puntano alla bellezza estetica ma alla verità del corpo umano: crani, feti, sezioni e organi riprodotti con rigorosa fedeltà raccontano il fervore di un sapere che univa arte e medicina.
A Pisa, nel Museo di Anatomia Umana Filippo Civinini, modelli e preparati didattici ripercorrono le origini della medicina moderna, mentre la vicina Certosa di Calci, sede del Museo di Storia Naturale, accoglie secoli di studio sulla vita e sulla materia, dalle cere zoologiche ai minerali.
Versilia e Chianti: dove la cera diventa bronzo
Quando la cera incontra il fuoco, nasce la scultura. A Pietrasanta, cuore pulsante della Versilia artistica, la tecnica della fusione a cera persa è ancora una tradizione viva, tramandata dai maestri rinascimentali agli artisti contemporanei.
Le storiche fonderie Mariani, Del Chiaro e Versiliese continuano a dare vita a opere destinate ai musei e alle piazze di tutto il mondo. Qui la cera è solo un passaggio effimero: scompare per lasciare spazio al bronzo, ma proprio in quella scomparsa si compie il miracolo della creazione.
Lo stesso spirito vive nelle botteghe del Chianti, come la Fonderia Del Giudice, dove la tradizione si fonde con il design e il fuoco diventa memoria viva di un’arte antica.
Dalla natura alla luce: la cera come dono delle api

La cera non nasce solo nelle mani degli artisti, ma anche in quelle invisibili delle api.
Tra le colline toscane, nei conventi e nelle campagne, la produzione apistica conserva un legame profondo con la terra e la biodiversità. A San Rossore, il centro EMBRACE dell’Università di Pisa studia e tutela questi preziosi insetti, simbolo di equilibrio ambientale.
A Carrara, città di marmo e creatività, l’eco-murale Impollinemesi celebra le api come metafora di rinascita, mentre in Lunigiana il Miele DOP racconta un territorio dove la natura si fa arte e sapore.
Lungo la Via Francigena, il miele torna protagonista nei dolci tradizionali come il panforte senese o la spongata, memorie di un viaggio lento e spirituale.
Luce, fede e comunità
Infine, la cera torna al suo elemento primordiale: la fiamma. Le Luminare di San Ranieri a Pisa e di Santa Croce a Lucca, o il Corteo dei Ceri e dei Censi durante il Palio dell’Assunta a Siena, trasformano la materia in luce collettiva, in rito di appartenenza e devozione. È il momento in cui la cera torna a ciò che è sempre stata: fuoco, calore, unione.