In una giornata di fine settembre in cui il sole scalda ancora, osservo il golfo di Oneglia e le colline che abbracciano alle spalle Imperia – la città nata nel 1923 per decreto reale di Vittorio Emanuele III accorpando 11 comuni tra cui le cittadine marinare di Oneglia e Porto Maurizio, divise dal torrente Impero e da un’atavica rivalità – dalla terrazza panoramica del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia. Manca ancora qualche settimana all’inizio della raccolta, e la “nuova” sede dell’azienda della famiglia Mela – voluta nel 1987 da Antonio e Paola Mela trasferendo qui la produzione dal frantoio di famiglia attivo fin dal 1827 nel vicino borgo di Sant’Agata – è relativamente tranquilla. Nello shop aziendale ho assaggiato i differenti oli extravergini ricchi dei profumi erbacei e mandorlati tipici della Taggiasca, la varietà di olive che ricopre le colline del Ponente ligure e dà oli delicati ed eleganti, prima di sedermi a tavola con Serena Mela, direttrice marketing e commerciale, per immergermi in un pranzo al 100% ligure a base delle squisitezze del Frantoio: dalle olive Taggiasche in salamoia alle zucchine trombette conservate nell’intingolo a base di olio extravergine ed erbe di Liguria e le trofie con il pesto di basilico genovese Dop.

Le terre della taggiasca
Il pranzo in terrazza, come pure l’uscita in barca per ammirare gli olivi dal mare, è tra le esperienze di oleoturismo proposte dal Frantoio, oltre a degustazioni e passeggiate negli uliveti disseminati tra l’alta collina e la costa, da cui provengono oli con sfumature diverse. L’olio e l’olivo sono un prezioso “filo verde” per visitare questo angolo di Liguria che guarda al confine francese, e che a una riviera ricca di località rinomate – da Alassio a Sanremo – affianca un entroterra bellissimo e in gran parte ancora da scoprire. Da quando, già prima del X secolo, i monaci provenienti dalla Provenza ne introdussero la coltivazione sulle colline della Valle Argentina, la Taggiasca domina il paesaggio e la produzione locale: ben influenzata dal microclima mediterraneo, è una coltivazione quasi eroica per via delle condizioni impervie del territorio, con gli oliveti che si aprono su pendii quasi a picco sul mare e terrazzamenti scoscesi tra collina e montagna.

A Serena Mela chiedo di farmi da guida per scoprire qualcosa di più di questa zona, oltre alla bella costa che abbiamo perlustrato a bordo di una delle barche gestite dal marito Luigi Correale. «La Liguria di Ponente, soprattutto nell’entroterra, regala una bellezza inaspettata: sentieri tra uliveti secolari di oliva Taggiasca, borghi storici e una cucina autentica legata al territorio. Una meta per chi cerca natura, storia, sapori unici e gente di cuore», racconta la produttrice.
I ristoranti da non perdere

Grazie a Serena Mela, che gira l’Italia per conoscere chef e ristoranti che diventano interpreti dei prodotti liguri nel piatto, ho già avuto modo di visitare alcuni indirizzi locali; come i Balzi Rossi, insegna stellata affacciata sul mare di Ventimiglia la cui cucina, fino a poche settimane fa, era affidata allo chef astigiano Enrico Marmo, che per il Frantoio firma la Linea Gourmet. Questa volta restiamo in città e andiamo al Ristorante Sarri, dove lo chef Andrea Sarri mette al centro della raffinata proposta gastronomica gli ingredienti locali, come nella Schiacciata alla prescinseua con gamberi di Oneglia e pesto. Per una tappa più verace dove assaggiare piatti che raccontano la tradizione contadina della zona, Serena mi consiglia l’Osteria Dai Pippi a Borgo Marina, che propone specialità come coniglio alla ligure e stoccafisso. Mentre per il pesce fresco si va da A Cuvea du Baffo, graziosa enosteria con cucina di mercato e vini locali.
Trekking tra borghi e antiche vie
Poco più su del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia, il borgo omonimo custodisce ancora l’antica mola in pietra, e la chiesa barocca: dovrà tornare sotto Natale per vedere il presepe con le statuine in movimento e un paesaggio rurale ogni anno diverso. Da qui passa anche il percorso delle Antiche Vie, che collega gli 11 comuni storici di Imperia, offrendo scorci panoramici e testimonianze del passato. «Insieme all’amministrazione locale abbiamo creato un trekking lungo circa 40 chilometri, dal mare all’entroterra, e poi di nuovo verso la città», mi racconta Alessandro Bellotti di Monesi Young, associazione no profit specializzata in escursionismo e manifestazioni sportive che propone uscite guidate. «L’idea è quella di valorizzare una parte di territorio poco conosciuta, tra borghi e paesaggi bellissimi, ripercorrendo l’antica Via del Sale da Imperia a Limone Piemonte. Il tragitto delle Antiche Vie, che consiglio di fare in due o tre tappe a meno che non si scelga la bici elettrica, è un percorso ad anello tra boschi, sentieri, sterrati e strade asfaltate, dove ci sia qualcosa da raccontare», spiega Bellotti.

Provo a cimentarmi nell’impresa in autonomia, seguendo le indicazioni lungo la via: partendo dal centro di Oneglia, passo davanti all’arzigogolata architettura di Villa Grock, dimora dell’omonimo clown (Charles Adrien Wettach). Da qui m’inerpico verso l’alto e poi riscendo lungo terrazzamenti di olivi e ginestre fino a Costa d’Oneglia, grazioso borgo dove nacque il padre di Manuel Belgrano, eroe dell’indipendenza argentina e inventore della bandiera con il Sol de Mayo. La tappa successiva, ormai inurbata, è Castelvecchio, da cui nacque il centro di Oneglia. Superato il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia raggiungo il borgo antico dal quale, tra mulattiere e strade esterne, arrivo a Montegrazie con il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, meta di pellegrinaggio e ambitissimo per i matrimoni.
Saliscendi panoramico
Qui, Serena Mela viene a recuperarmi per raggiungere in auto l’incantevole e remoto borgo di Moltedo con la chiesa di San Bernardo, dove è custodita una Sacra Famiglia attribuita al pittore fiammingo Van Dyck. Ci godiamo l’aria pura e il silenzio, e poi riprendiamo il saliscendi tra le colline: il borgo medievale di Caramagna, la rocca di Poggi con vista sul golfo, Piani e il Monte Calvario con il santuario di Santa Croce. Il consiglio è di scendere a piedi lungo le scalinate che regalano scorci incantevoli e portano a La Foce, borgata marinara con case di pescatori e ristorantini, percorrendo poi la Passeggiata degli Innamorati, sentiero panoramico tra scogli e macchia mediterranea che conduce alla spiaggia dorata di Borgo Marina. A piedi o con gli ascensori si sale al Parasio, cuore storico di Imperia: un labirinto di caruggi, logge panoramiche e palazzi antichi attorno all’imponente Duomo di San Maurizio.
Il Ponente offre ancora molto: Arma di Taggia, patria dell’oliva Taggiasca; Triora, il borgo delle streghe; Dolceacqua, amato da Monet. Fino a Ventimiglia, con i giardini Hanbury e il vivace mercato, ma pure l’azienda agricola Ascheri, dove crescono gli ortaggi scelti dallo chef Marmo per la Giardiniera e gli altri prodotti della Linea Gourmet del Frantoio Sant’Agata d’Oneglia: un modo per riportare a casa sapori e ricordi del Ponente Ligure.