Restituire alla città un luogo dimenticato, trasformandolo in un simbolo contemporaneo del “viaggio lento”: si chiama Palazzo Ottaviani ed è il nuovo progetto di Lungarno Collection (gruppo alberghiero di proprietà della famiglia Ferragamo), a due passi dal Museo del Novecento e dalla Stazione di Santa Maria Novella.
Il restauro dell’edificio, a cura dello studio Luigi Fragola Architects, segna una rigenerazione architettonica che punta a valorizzare il razionalismo italiano, con un linguaggio sobrio e misurato. Marmi scuri, travertino, ottone, arredi su misura e opere d’arte site-specific delineano uno stile raffinato e senza tempo.
Le dieci residenze, da 50 a 200 metri quadrati, offrono spazi ampi e luminosi: il motivo ispiratore è la Stazione di Santa Maria Novella, realizzata nel 1935 da Giovanni Michelucci. Ogni appartamento è progettato come un racconto a sé, ma con un’identità condivisa fatta di materiali pregiati, tessuti esclusivi e atmosfere rilassate.

La punta di diamante del progetto è la Rooftop Penthouse: 185 metri quadrati con tre camere da letto e una terrazza panoramica di 130 metri quadrati, arricchita da pezzi firmati da Ettore Sottsass per Pampaloni 1902 e un’opera in marmo site-specific dell’artista Esteban Fuentes de Marìa, che rappresenta un pavone, simbolo del palazzo.
La dimensione artistica è centrale nel concept: gli interni sono arricchiti da opere in grande formato realizzate appositamente da quattro artisti fiorentini – Fiona Corsini, Andrea Benedetto, Caterina Bacci e Caterina Enni Misson – selezionati per dare carattere e identità a ogni ambiente.
Palazzo Ottaviani si rivolge a un pubblico internazionale sofisticato, in cerca di un’esperienza di soggiorno elegante ma discreta, immersa nella vita autentica della città. Ogni residenza offre il comfort e la libertà di una casa privata, con i servizi di alta gamma tipici dell’hotellerie di lusso: concierge dedicato, housekeeping e ambienti pensati per una quotidianità rilassata e curata nei minimi dettagli.
“Palazzo Ottaviani significa innanzitutto, per me e la mia famiglia, la restituzione alla città di Firenze – insieme al progetto del Museo H Zero, che sorge nello stesso immobile – di un palazzo del centro storico caduto in degrado da oltre 20 anni, dopo la chiusura del cinema Ariston nel 2004” – ha dichiarato Diego di San Giuliano, patron del progetto. “Ed anche in qualche modo dare una continuità generazionale al sogno di nostro padre – il marchese Giuseppe di San Giuliano – appassionato e collezionista noto a livello internazionale di fermodellismo, con un progetto che richiamasse i codici e la bellezza di un mondo, quello del viaggio lento, a cui ci siamo ispirati per gli interni”.