Quando lo scorso aprile la stylist londinese Bella Hignett è partita per una fuga al femminile in Portogallo, sapeva che una delle sue clienti era alla ricerca di una borsa Neverfull di Louis Vuitton di seconda mano. Tuttavia, l’ultimo posto in cui si aspettava di trovarne una, nell’esatta misura e nell’esatto tessuto in cui la stava cercando, era all’aeroporto Humberto Delgado, a Lisbona.
«Ero lì in anticipo, così ho dato un’occhiata in giro e sono stata entusiasta di trovarla», racconta Hignett. Per la gioia della sua cliente, si è imbarcata sul suo volo di ritorno in Inghilterra con una borsa firmata in più al seguito. Cosa c’è di meglio? C’è che ha pagato solo 540 dollari per un pezzo che, nuovo, ne costa oltre 2mila. Mentre è normale trovare negozi di lusso negli aeroporti, la boutique Preloved che Hignett ha scoperto è all’avanguardia nello shopping di seconda mano nei terminal.
Il negozio dell’aeroporto di Lisbona ha poco più di un anno di vita ed è già un successo, afferma Cláudia Carvalho, portavoce di Portugal Duty Free, che lo gestisce. La sua selezione, in continua rotazione, comprende spesso pezzi autentici di Bottega Veneta, Chanel, Dior, Louis Vuitton, Prada e Saint Laurent, afferma Carvalho, con prezzi che partono dai 400 dollari e arrivano a cinque cifre per i pezzi più ambiti, tra cui le borse Birkin e Kelly di Hermès.
La moda second-hand conquista gli aeroporti
La domanda riflette il boom del mercato del lusso di seconda mano, che secondo gli osservatori del settore ha raggiunto i 50 miliardi di dollari nel 2023. Nel frattempo, si stima che il mercato complessivo della vendita al dettaglio negli aeroporti raggiungerà i 65 miliardi di dollari entro il 2030. Queste forze sembrano destinate a convergere, dato che i consumatori continuano a chiedere pezzi di alta qualità e senza tempo, ma anche costi più accessibili e un minore impatto ambientale.
«Gli aeroporti sono hub ad alto traffico con un pubblico globale e diversificato, quindi offrono l’ambiente perfetto per il fiorire del lusso pre-loved», afferma Diana Verde Nieto, cofondatrice di Positive Luxury, società di consulenza per il lusso sostenibile. Il primo grande aeroporto ad abbracciare il concetto è stato il Montréal-Pierre Elliott Trudeau International, con l’apertura nel 2021 di LXR, una boutique specializzata in borse di seconda mano.
Oggi i viaggiatori possono trovare negozi second hand di lusso in diverse destinazioni europee, tra cui Copenaghen, Zurigo e Helsinki. A New York, l’aeroporto LaGuardia ha recentemente aggiunto una boutique Revolve. «La selezione cambia sempre», dice Heidi Köpple, dirigente dell’aeroporto di Zurigo, del negozio Pre-Loved Luxury. «Ora ogni visita all’aeroporto diventa una caccia al tesoro». Questo è quanto si dice ad Aruba, dove a settembre al Queen Beatrix International hanno inaugurato la boutique ReLux Collection, con una collezione in continuo cambiamento di circa 50 borse, tracolle e borsette di marchi come Gucci e Louis Vuitton. «La maggior parte dei nostri pezzi sono stati dismessi dai marchi di lusso e sono diventati dei classici nelle liste dei desideri dei viaggiatori», spiega Lizah Jansen, portavoce del rivenditore Avolta, che gestisce la concessione. Le vendite, osserva, sono già ben al di sopra delle previsioni.