Cosa c’è dietro al successo di un hotel tra i migliori al mondo? Siamo stati in Messico, per provarlo di persona

Cosa c’è dietro al successo di un hotel tra i migliori al mondo? Siamo stati in Messico, per provarlo di persona

Lusso sostenibile, ospitalità su misura e natura incontaminata: tutto il meglio di One&Only Mandarina, nella Riviera Nayarit.
One&Only Mandarina

Quando un indirizzo viene descritto come uno dei più belli e inaccessibili, non sai mai bene che cosa aspettarti. Una location spettacolare, un design che porta la firma di qualche grande architetto o entrambe le cose, ma c’è anche dell’altro. Una volta passato l’entusiasmo iniziale, ciò che riesce a fare breccia nella memoria delle persone sono i servizi messi a disposizione di chi soggiorna. La fantomatica rincorsa a un modello di ospitalità capace di superarsi ogni volta, questo è il vero mantra di chi intraprende questo mestiere. Una formula impossibile da codificare e difficile da trasmettere ma che, laddove individuata, diventa un moltiplicatore di emozioni, capacità di spesa, credibilità e appagamento. 

«Non a caso per noi del team, la parola d’ordine è anticipazione. Anticipare le necessità del cliente, le sue domande, i suoi dubbi. Un cliente non deve (e non vuole!) avere pensieri. Desidera informazioni chiare e a portata di mano, spostamenti facilitati, comodità nel senso ampio del termine. Accogliamo un target abituato a vivere i resort più belli del mondo, non possiamo permetterci di essere manchevoli. Non esiste richiesta impossibile e riuscire a soddisfarle contribuirà a far generare un ricordo positivo. Il nostro team è gratificato, il cliente è soddisfatto e la direzione ha raggiunto i propri obiettivi» ci racconta Claudio Franchi, direttore del comparto Food and Beverage per il One&Only Mandarina, uno dei resort più esclusivi e fotografati al mondo. Siamo sulla Riviera Nayarit, a circa sessanta chilometri a Nord di Puerto Vallarta, sulla costa Occidentale del Messico. Mandarina Estate è una proprietà di oltre seicento ettari con al suo interno due hotel di lusso, una quindicina di ville private e una serie variegata di servizi per soddisfare voglie e follie di una facoltosa clientela internazionale. Immaginatevi un eco-resort extra lusso, costruito nel rispetto di una dimensione vegetativa straripante, immerso tra le palme e animato da un’infinità di amichevoli procioni. Il contesto è talmente immersivo che durante il nostro soggiorno ci è parso più volte di essere all’interno di una riserva naturale.

In realtà, l’area è talmente bene isolata rispetto alle proprietà vicine che, una volta varcato l’ingresso, sembra di entrare in una dimensione parallela dove il tempo acquista una densità differente e il caos resta all’esterno. Qui si può scegliere il silenzio delle ville nascoste nella giungla, con piscine dove rilassarsi e camere in penombra oppure le soluzioni a strapiombo sulla scogliera con vista sull’Oceano. È per questo motivo che ogni coppia o famiglia ha due maggiordomi a disposizione con cui interfacciarsi via WhatsApp e a cui affidare ogni richiesta. Per la maggior parte del vostro soggiorno vi sembrerà di essere soli, ma in realtà, per chi lo desidera, sarete più che assistiti e guidati all’interno delle vostre giornate. Allo stesso modo, date le dimensioni del resort talmente fuori scala, il via vai di caddy elettriche da una zona all’altra è sempre intenso. Una vera e propria salvezza se non volete perdervi in una delle tante strade apparentemente uguali che collegano i vari outlet. L’ingresso in villa avviene tramite passerelle sospese sulla vegetazione, come un ponte immaginario che vi allontana da stress, preoccupazioni, impegni, lasciando spazio a una natura potente, verdissima e profondamente tropicale.

Ogni suite nasce come una sorta di palafitta, con dimensioni mai inferiori agli ottanta metri quadrati e un design che invita a rallentare e a prendersi del tempo per sé. Discrezione e privacy sono il leitmotiv di un luogo in cui non avrete mai la percezione della folla, dove ogni ambiente – anche quelli comuni – sono stati pensati di respiro e ariosi. Dopo una lezione di TRX con il personal trainer di prima mattina, per metterci alla prova in una nuova avventura abbiamo provato un percorso di cinque zip line all’interno del parco. Tutto avviene in grande sicurezza e con una squadra di addetti specializzati che vi spiegano ogni passaggio ma se vi piace l’adrenalina, le opportunità legate al movimento e all’avventura sono infinite. Pur non essendo identificabile come wellness hotel, l’offerta è stata concepita il più possibile in modo olistico, con gli stessi reparti dedicati al beauty e alla spa ricchi di spazi e servizi. 

Il Jetty Beach Club è la porta sull’Oceano del resort. La spiaggia è aperta sino a sera, con lettini maxi per chi ama la sabbia fine e un mare particolarmente salato. La cucina è chiaramente spostata verso il pesce, con piatti estivi universalmente noti quali il Coconut Ceviche, con pescato bianco del giorno, ananas, cocco, lime, mela e mandarino confit; polipetti alla griglia, soft shell crab tacos, oppure insalate, come la freschissima bowl di pomodori locali con crema di tofu, basilico fresco e vinaigrette allo yuzu. Quale migliore occasione per ordinare un cocktail highball come il San Pancho Sunset, realizzato con Raicilla Maximiliana, soda al mandarino fatta in casa e bitter? Al calar del sole, non potevamo non fare una sosta al The Treetop, l’unico vero cocktail bar della struttura. Affacciato sul mare e sospeso nella vegetazione, l’atmosfera ricorda un locale coloniale-tropicale, con una carta di signature ristretta ma di senso e un personale sempre ben disponibile. I ristoranti serali sono due e con due anime diverse. Se avete voglia di una cucina più europea, di facile interpretazione, allora Alma è il posto che fa per voi. Dalla pizza margherita al cavolfiore arrosto, dagli spaghetti alla puttanesca ai tortelli di magro, dalla paella al pollo bio con verdure spadellate.

Se la vostra inclinazione guarda invece a un’esperienza in chiave fine dining, allora la scelta giusta è Carao: la visione e il concept sono affidati a Enrique Olvera, chef del ristorante pluristellato Pujol di Città del Messico. Qui è possibile scegliere tra la carta, un percorso degustazione o un’esperienza dedicata allo Chef’s table. Vivere qui per qualche giorno ti obbliga a guardare con ammirazione e apprezzare il grado di complessità di un ingranaggio così articolato e diffuso come quello del One&Only Mandarina. 

«Ho centoventi persone sotto di me, la responsabilità di quattro outlet di ristorazione e un cocktail bar, per cui formare un team di successo è l’aspetto più importante e sfidante del mio ruolo. Sono aiutato da un manager e un’assistente e ogni giorno dedichiamo parte delle ore lavorative dello staff alla formazione. Ci vogliono conoscenze, metodo, regole verso l’interno e regole verso l’esterno. Fare questa carriera significa non smettere mai di imparare. Abbiamo un dipartimento di Learning and Development che si occupa di organizzare corsi di vino, gastronomia, servizio, relazioni umane, psicologia, per riuscire a vincere gli standard internazionali richiesti di ospitalità e accoglienza» afferma Claudio Franchi. «Quest’anno vorrei che The Treetop entrasse nella classifica dei cinquanta migliori bar del Nord America! Tenete le dita incrociate per noi!». Un angolo di paradiso, in cui estraniarsi dal mondo, dove lasciare andare ogni vostro istinto di fear of missing out, e godervi momenti di ozio e tranquillità, panorami emozionanti e il gusto di poter vedere realizzato (quasi) ogni vostro desiderio. 

Articoli Correlati

Iscriviti alla newsletter