Musei, palazzi, teatri e monumenti. Ma anche aeroporti, stazioni, alberghi, centri sportivi e altro ancora. Le architetture (e dunque l’Architettura) accompagnano inevitabilmente, ma a volte in maniera distratta, ogni nostro viaggio, vicino o lontano. A cominciare dall’Italia: non per forza quella delle grandi città e dei luoghi “iconici” (e spesso iper-sfruttati) del turismo, ma quella dei paesi di provincia, dei quartieri periferici, degli scenari rurali, degli spazi ad uso delle comunità locali.
È questa la direttrice seguita dal nuovo progetto editoriale Viaggio in Italia 2 (preceduto dalla prima uscita nel 2024), promosso da ProViaggiArchitettura (realtà basata a Lugo di Ravenna che si occupa di progettare e produrre esperienze, inclusi viaggi e corsi, per aziende, enti pubblici o privati e per i professionisti dell’architettura e del design) e pubblicato dalla casa editrice siciliana LetteraVentidue. Obiettivo: esplorare “l’Italia dell’architettura con uno sguardo laterale e profondamente contemporaneo”, sottolineando la relazione imprescindibile tra l’architettura e il territorio.
E se il più famoso “Viaggio in Italia” che venga alla mente resta probabilmente quello ottocentesco di Goethe, pubblicato in due volumi – ma non mancano altri riferimenti eccellenti, dal film di Roberto Rossellini del 1954 al volume fotografico corale ideato da Luigi Ghirri e pubblicato 30 anni dopo –, qui l’ispirazione letteraria dichiarata è data dall’autrice statunitense Edith Wharton, e al suo libro del 1905 Paesaggi Italiani in cui contrappone, come ricorda l’artista e fotografa Silvia Camporesi nella sua premessa “il turista meccanico a chi sa spingere lo sguardo oltre, verso luoghi meno noti, poco turistici, ma altrettanto degni di attenzione.

Il volume mette insieme allora un itinerario non convenzionale attraverso 40 luoghi (per lo più al Nord, ma il libro non vuole essere un atlante esaustivo e ci saranno probabilmente ancora altre tappe nel futuro) ed altrettanti progetti architettonici, come invito a un tipo diverso di viaggio: sicuramente lento e obbligatoriamente curioso e attento, per scoprire quanto realizzato da altrettanti studi di architettura e design e professionisti tra i 30 e i 40 anni dell’intera Penisola, selezionati dagli autori in quanto “capaci di muoversi tra luoghi, metodi e linguaggi e facendosi interpreti di una nuova grammatica, in alcuni casi, in altri reinterpretando ciò che i nostri avi già sapevano fare molto bene. I loro progetti, spesso leggeri, precisi, profondamente radicati nei contesti mostrano un’architettura che non grida, ma ascolta; che non occupa, ma si inserisce. Architetture che nascono per relazionarsi, non per dominare”.
Cogliendo allora l’invito di Wharton – e dei curatori del progetto Marcello Bacchini, Martina Esposito e Alessia Pagano, con contributi di Camporesi, Alice Buzzone, direttrice del Festival dell’Architettura di Roma, e Giulia Ricci, deputy editor di About: e di Elledecor.it – a farsi “perdigiorno”, abbandonando le regole del turismo di massa e anche quello a caccia di scorci “segreti” e instagrammabili a tutti i costi, pronti a deviare dalla via prefissata, dai tempi prestabiliti: «Per l’ozioso, che si rifiuta di misurare l’arte con l’orologio, l’Italia è un orizzonte sconfinato», scrive nel suo libro dedicato al nostro Paese l’autrice del romanzo L’età dell’innocenza, con cui vinse il premio Pulitzer.
Quaranta luoghi che non avreste probabilmente mai visto, o quantomeno guardato
La maggior parte degli edifici selezionati e censiti nel libro, con fotografie, planimetrie, dettagli tecnici (il progetto ha il supporto di Finstral, azienda specializzata in finestre e infissi su misura) e testi che raccontano progetti e artefici, sono a uso privato – abitazioni, spazi accessori rinnovati, ambienti aziendali che uniscono funzionalità ed estetica – e in gran parte fruibili solo dall’esterno, imprimendo comunque il proprio segno sul paesaggio.
Ma non mancano spazi pubblici al servizio delle comunità, luoghi di incontro, convivio e cultura, palestre e circoli sportivi, scuole e centri di accoglienza ma anche installazioni artistiche dense di significato e legate al territorio in cui nascono. Ciascuna con i suoi codici estetici, frutto delle personali scelte dei progettisti, ma accomunate dal voler portare il segno del contemporaneo (per quanto a volte in dialogo rispettoso con il passato) in territori spesso marginali, fuori dalle rotte consuete. E da “un approccio misurato e consapevole, capace di leggere le specificità del contesto senza imporsi: architetture leggere e radicate, che non cercano di stupire ma di appartenere”, come indicano gli autori.
Così, ad esempio – prefissandovi delle mete scelte dalle 204 pagine del libro, o trovandovi casualmente a passare nei pressi lungo itinerari che avreste percorso ugualmente –, potreste guardare con nuovi occhi e nuovo spirito il rinascimentale Palazzo Schifanoia a Ferrara, residenza residenza ricreativa suburbana del XIV secolo oggi patrimonio Unesco, il cui nuovo allestimento curato dallo studio QB Atelier riunisce i diversi ambienti in un sistema museale continuo, moderno e accessibile, e la vicina piazza Cortevecchia, nel centro storico, resa dall’intervento dello studio multidisciplinare INOUTarchitettura un “vuoto attraversabile, flessibile, colonizzabile spontaneamente, adatto ad ospitare una molteplicità di attività”, ma dominato anche dal verde dei platani inseriti nel contesto con una particolare soluzione che garantisce irrigazione sostenibile.

Ma ci si può fermare anche a prendere un caffè, un cinnamon roll cannella mascarpone o il Pane, baccalà e acciughe ai tavoli del rinnovato Caffè Nazionale di Arzignano, in provincia di Vicenza, la cui bella sala celata tra le quinte dei portici del Palazzo Comunale porta la firma di AMAA Workshop di Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo, dal 2015 traferitisi qui da Venezia. Ci si arrampica fino a raggiungere l’ex sito minerario sulle montagne di Dossena (Bergamo), nei pressi della passerella del Becco, affacciata a strapiombo sulla Val Parina, per ammirare Echo of the Mountain, l’installazione artistica che omaggia la lunga storia dei minatori della zona, frutto della collanorazione tra lo studio italo-sudafricano Associates Architecture e l’artista bresciano Francesco Paterlini, autori rispettivamente del “cerchio” in calcestruzzo e legno bruciato e della grande pietra scolpita al suo interno.

Ancora in ambiente di montagna, è inserita nello scenario della vallata di Agordo, “capoluogo” del comprensorio delle Vallate Agordine circondato dalle cime delle Dolomiti venete, la struttura moderna ma chiaramente ispirata all’architettura tradizionale locale (forme e materiali riprendono quelli dei tabia, costruzioni rurali tipiche delle vallate Agordine) del Palaluxottica disegnato dallo Studio Bressan, che dal 2018 è un importante polo di aggregazione locale ospitando concerti, manifestazioni sportive, fiere e convegni. E se in futuro vi troverete in Trentino, potreste fare un salto a vedere la nuova sede del Comun General de Fascia (il Comune di San Giovanni di Fassa), che perfettamente inserito nel contesto montano grazie al progetto dello studio palermitano AM3 Architetti Associati, vincitore del concorso bandito dal Comun General de Fascia e attualmente in fase di progettazione operativa.
“In un tempo in cui il viaggio rischia di ridursi al turismo compulsivo, questo libro propone di rallentare. Di guardare altrove. Di percorrere l’Italia senza l’urgenza della destinazione, ma con la curiosità del camminatore che è in grado di leggere sotto la superficie, che si sorprende e si sofferma”, scrive nelle pagine introduttive Marcello Bacchini, tra i curatori del volume e Direttore di ProViaggiArchitettura. “Oggi, attraverso questo libro, l’Italia stessa torna a essere un viaggio possibile. Un Paese da attraversare non per ammirarne i simboli, ma per scoprirne le pieghe, le architetture minime che danno forma al quotidiano. E soprattutto, è un’occasione per ricordarci che viaggiare – per davvero – significa entrare in relazione”.