A partire dal prossimo 12 ottobre, chiunque provenga da un Paese extra-UE e desideri entrare nell’area Schengen dovrà sottoporsi a un nuovo controllo biometrico obbligatorio. Lo prevede il sistema Entry/Exit (EES), la piattaforma digitale introdotta dall’Unione Europea per monitorare in maniera più efficiente e sicura i flussi di ingresso e uscita dai suoi confini.
Il nuovo sistema, confermato ufficialmente dalla Commissione europea, richiederà ai viaggiatori non europei la registrazione delle impronte digitali e una foto del volto, che saranno raccolte tramite scanner e sistemi di riconoscimento facciale. Il controllo riguarderà tutti i soggiorni brevi – fino a 90 giorni ogni 180 – e sostituirà progressivamente il vecchio sistema dei timbri manuali sul passaporto.
L’EES interesserà 29 Paesi, ovvero i 25 Stati membri aderenti all’area Schengen (con l’eccezione di Cipro e Irlanda) più Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Dopo una lunga attesa – l’implementazione era inizialmente prevista nel 2022 ma è slittata quattro volte per problemi tecnici e riserve politiche – il sistema entrerà in funzione in modo graduale, con un periodo di rodaggio di sei mesi.

Un database digitale al centro del progetto
Alla base del nuovo sistema c’è un archivio digitale centralizzato che memorizzerà informazioni anagrafiche e biometriche di milioni di viaggiatori: nome, numero di passaporto, data e punto di ingresso e uscita, impronte e foto. I dati saranno accessibili in tempo reale dalle autorità di frontiera e dalle agenzie europee preposte alla sicurezza, tra cui Europol.
L’obiettivo è duplice: snellire i controlli, attraverso macchine automatiche negli aeroporti, porti e valichi terrestri, e rafforzare la sicurezza, facilitando l’individuazione di chi tenta di entrare con documenti falsi o resta nel territorio oltre il periodo consentito.
Privacy e intelligenza artificiale: le questioni aperte con il sistema Entry/Exit
Il progetto è stato sviluppato sotto la supervisione dell’agenzia eu-LISA, responsabile per i grandi sistemi IT nel settore della giustizia e della sicurezza dell’UE. Tuttavia, non mancano le preoccupazioni sul piano della privacy e della protezione dei dati personali.
I dati biometrici raccolti resteranno archiviati per un periodo compreso tra tre e cinque anni, ma l’Unione ha assicurato che non saranno condivisi con terzi e che il sistema rispetta le normative europee sulla protezione dei dati. Ciononostante, alcuni esperti mettono in guardia: il nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, entrato in vigore nel febbraio scorso, limita l’uso del riconoscimento facciale in tempo reale, definendolo potenzialmente lesivo dei diritti fondamentali. Il regolamento, però, prevede eccezioni in caso di minacce alla sicurezza pubblica o per scopi di giustizia penale.
Con l’EES, l’Europa si appresta a compiere un passo decisivo verso una gestione digitale e biometrica delle sue frontiere, dando il via al più vasto sistema di sorveglianza dei movimenti in ingresso e in uscita mai attuato nel continente.