Alla fine dell’arcobaleno

Quando un viaggio nel Pacifico del sud prende una piega inaspettata, David Swanson si tuffa nell’avventura.

Nuvole minacciose incombevano mentre la Star Breeze usciva dalla laguna. Il vento e le onde sono aumentate e il mare è diventato di un blu lattiginoso. Stavo chiacchierando del tempo imminente con altri passeggeri, quando il capitano Simon Terry ha annunciato all’altoparlante: “La tempesta tropicale si è trasformata in ciclone”, aggiungendo che presto avrebbe colpito le Isole della Società, nella Polinesia francese. La nostra meta.

“Sarà molto ventoso, molto umido e non molto piacevole”, ha dichiarato. Perciò abbiamo deciso di fare per la prima volta scalo alle Isole Marchesi”. Era la terza sera di una crociera di undici notti da Tahiti, e improvvisamente il viaggio stava diventando un’avventura. Anche per i croceristi abituali, le Isole Marchesi sono ben lontane dalle rotte battute. La terraferma continentale più vicina è il Messico, 4.800 chilometri a nord-est. Avremmo deviato di centinaia di miglia dalla rotta prevista, diretti verso un arcipelago famoso per il suo isolamento.

La piattaforma per il nuoto e gli sport acquatici della Star Breeze

Deviazioni così non sono comuni. In decenni che scrivo di crociere, mi è capitato solo un’altra volta. Ironicamente, anche quel viaggio era a bordo della Star Breeze. Cos’ha di particolare questa piccola nave della Windstar? Non è che abbia strumenti di navigazione cos. notevoli da rendere più facili i cambi di rotta importanti. Piuttosto, sono la flessibilità e la capacità di improvvisazione dell’equipaggio a rendere possibili queste improvvisazioni.

Dopo un giorno di navigazione – che io e mio marito Chris abbiamo trascorso osservando le onde e studiando rapidamente le Marchesi – abbiamo avvistato l’isola di Nuku Hiva. È la più grande del gruppo, e appariva all’orizzonte come un massiccio avvolto da nubi scure. Ma mentre ci preparavamo a scendere a terra, un arcobaleno gigante è apparso altrettanto fugacemente della leggera pioggerellina che lo accompagnava, anche se le cime aguzze sopra la città principale, Taiohae, sono rimaste celate. Mi ha ricordato Dominica, nei Caraibi: ripida, verde e immersa nella nebbia.

Temehea, un sito archeologico sull’isola di Nuku Hiva

Come le Hawaii, le Marchesi sono il prodotto di una camera magmatica che ha dato vita a una catena di isole vulcaniche quando la placca del Pacifico si è spostata, lasciando dietro di s. picchi imponenti e fertili. Alcuni di noi hanno fatto un giro dell’isola in 4×4 guidate per lo pi. da autiste donne che parlavano francese e un dialetto marchesiano, ma non l’inglese. Per fortuna le bellezze naturali non hanno bisogno di traduzione.

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