Dopo un accurato processo di selezione e valutazione delle candidature, l’Unesco ha aggiunto nuovi siti storici, culturali e naturali alla lista del Patrimonio dell’Umanità, che ora conta 1.248 beni presenti in oltre 170 Paesi. Come annunciato durante la riunione del Comitato tenutasi a Parigi, le recenti integrazioni includono realtà uniche, alcune delle quali potrebbero risultare sconosciute anche ai viaggiatori più esperti, in quanto fuori dalle consuete rotte turistiche. Come Møns Klint in Danimarca, maestose scogliere di gesso bianco, formatesi circa 70 milioni di anni fa che si tuffano nel Mar Baltico. I visitatori possono esplorare la bellezza di questo incredibile paesaggio naturale, sia via terra che dal mare, ammirando le acque cristalline, la flora e la fauna — tra cui 18 specie di orchidee — o cercando antichi fossili lungo la spiaggia.

Dal Brasile alla Grecia passando per la Giamaica e la Corea del Nord
Tra le nuove iscrizioni spicca il Parco Nazionale delle Cavernas do Peruaçu, situato nel nord di Minas Gerais, in Brasile. Il sito è caratterizzato da paesaggi carsici unici, vaste grotte, archi di calcare, fiumi sotterranei e una ricca biodiversità che conta oltre 2mila specie di piante e animali. Nella lista figura anche la Grecia, con i Palazzi Minoici di Creta, siti archeologici risalenti al periodo compreso tra il 1900 e il 1100 a.C.

Cambiando completamente scenario, ci si sposta nel sud-est della Giamaica con Port Royal, un fiorente centro portuale del XVII secolo, quasi completamente sommerso dal mare in seguito a un violento terremoto nel 1692. I suoi resti rappresentano oggi una preziosa testimonianza dell’espansione coloniale britannica nei Caraibi.

Colpo di scena per la Sierra Leone che ottiene per la prima volta un riconoscimento UNESCO grazie al complesso Gola-Tiwai, che comprende anche il Parco nazionale della foresta pluviale di Gola, un’area caratterizzata da oltre 1.000 specie vegetali (di cui 113 endemiche) e 55 specie di mammiferi (19 minacciate a livello globale) tra cui l’elefante della foresta africana e l’ippopotamo pigmeo. Tra le nuove iscrizioni figurano anche gli ecosistemi costieri e marini dell’Arcipelago di Bijagós, isole appartenenti alla Guinea-Bissau, veri e propri santuari della biodiversità.
Spostandosi in Corea del Nord, il riconoscimento è andato al Monte Kumgang, premiato per il suo valore paesaggistico di grande impatto scenografico con profonde valli, cascate e cime di granito che si elevano fino a quasi 1.600 metri. Il sito ha anche un valore spirituale, custodito nei numerosi eremi e templi buddhisti, di cui tre sono ancora attivi.

Il trionfo delle case delle fate in Sardegna
Le novità riguardano anche l’Italia che, con le domus de janas — conosciute anche come “case delle fate” — , raggiunge così quota 61 siti nella lista del Patrimonio Mondiale confermando il suo primato a livello internazionale. Si tratta di tombe preistoriche scavate nella roccia che testimoniano le pratiche funerarie, le credenze spirituali e l’evoluzione sociale delle comunità preistoriche della Sardegna. «L’ingresso delle domus de janas nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’intera Italia», commenta la presidente della Regione Alessandra Todde.

Il fascino fiabesco dei Palazzi di Re Ludovico II di Baviera
Rimanendo in Europa, ci si sposta nella regione alpina della Baviera con i castelli fiabeschi di Linderhof, Herrenchiemsee, Schachen e Neuschwanstein, la cui architettura si fonde perfettamente con il paesaggio naturale circostante. Il complesso fu edificato tra il 1864 e il 1886 sotto il regno di Re Ludovico II, come ritiro personale, incarnando la sua visione artistica. Tuttavia, poco dopo la sua morte avvenuta nel 1886, i siti vennero aperti al pubblico. Con questa iscrizione, la Germania raggiunge quota 55 siti nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.